Abderrhahim El Moukhtari, marocchino di 53 anni, in Italia con un regolare permesso di soggiorno, è l’assassino di Nadia Pulvirenti, la terapista 25enne accoltellata nella prima mattina di martedì 24 gennaio all’interno della Cascina Clarabella di Clusane d’Iseo, struttura agricolo-terapuetica per persone con svantaggio psichico e fisico.
L’uomo da tempo soffriva da tempo di turbe psichiatriche ma sembra non avesse mai dimostrato particolari aggressività e violenza e che stesse proseguendo senza eccessivi problemi nel suo percorso di recupero. Da almeno cinque anni viveva con un altro paziente in un appartamento della struttura. Le persone ospitate sono tutti pazienti in carico al Dipartimento di salute mentale dell’Asst della Franciacorta. In uno degli appartamenti della struttura, mentre il compagno di El Moukhtari non c’era, è accaduto l’omicidio, compiuto con un coltello da cucina che si trovava in casa. Nadia, che aveva studiato a Verona fino al 2014 e lavorava nella comunità Clarabella da un paio d’anni, forse per un diverbio, un rimprovero relativo alla terapia da seguire, è stata straziata da una decina di colpi. Gli altri pazienti e il personale hanno sentito le urla disperate della ragazza e hanno visto El Moukhtari uscire dalla stanza, con il coltello insanguinato e, quasi in tranche, muoversi verso l’uscita dalla comunità. Una volta per strada è stato visto da una pattuglia della Polizia locale, si è avvicinato agli agenti e ha detto loro: «Voglio andare dai carabinieri». A militai militari di Chiari e di Brescia, che ora svolgono le indagini coordinate dal pm Erika Battaglia, si rivolto in arabo in evidente stato confusionale. Nel tardo pomeriggio, dopo l’interrogatorio al magistrato Battaglia, El Moukhtardi è stato arrestato con l’accusa di omicidio aggravato dalla crudeltà, nell’attesa di chiarire qual è stato l’elemento che ha scatenato la furia omicida che ha stroncato la vita di una ragazza di 25 anni.