La Corte d’Appello di Brescia deciderà se riaprire il caso sulla morte di Chiara Poggi, dopo che il Procuratore Capo di Milano ha ritenuto fondata la richiesta della famiglia Stasi per la revisione del processo.
Il Procuratore generale di Milano Roberto Alfonso, ritenendo fondata l’istanza del legale della famiglia di Alberto Stasi per la revisione del processo che lo ha visto condannato in via definitiva a 16 anni per la morte della fidanzata Chiara Poggi, uccisa il1 3 agosto 2007, ha accolto l’istanza ed ha trasmesso la richiesta alla Corte d’appello di Brescia. Il procedimento è stato reso possibile dalle nuove indagini che avrebbero trovato il dna di Andrea Sempio sotto le unghie di Chiara Poggi, scagionando, secondo la difesa, Alberto Stasi. Istanza che, assieme a un esposto denuncia di Elisabetta Liga, la madre di Stasi, si fonda principalmente sui risultati di indagini genetiche affidate a un esperto di fiducia che avrebbe scoperto che il Dna estrapolato dalle unghie di Chiara sarebbe compatibile con quello di un amico di Marco Poggi, il fratello di Chiara, e che frequentava la villetta di via Pascoli. Proprio il nome di questo amico della famiglia Poggi, Andrea Sempio, che all’epoca dell’assassinio era poco più che maggiorenne, è stato iscritto nel registro degli indagati, come atto dovuto, dal procuratore aggiunto pavese Mario Venditti. Verosimilmente tra i primi atti della nuova indagine ci si attende una consulenza del pm per stabilire se davvero il dna di cui parla la difesa di Stasi sia “perfettamente compatibile” con quello estrapolato dalle unghie di Chiara. La Corte d’Appello di Brescia che dovrà vagliare tutti gli elementi nuovi portati dalla difesa di Stasi, ed eventualmente, a 10 anni di distanza dal delitto, riaprire il caso.