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Intolleranza al lattosio

Una delle intolleranze alimentari più diffuse è senza dubbio l’intolleranza al lattosio. Il lattosio è uno zucchero contenuto in tutti i tipi di latte che non può essere assorbito come tale dall’intestino.

Per il suo assorbimento è necessaria la presenza di un enzima presente nella mucosa intestinale, chiamato lattasi, che scinde il lattosio in altri 2 zuccheri, il glucosio e il galattosio che possono quindi essere assorbiti. L’intolleranza al lattosio è dovuta proprio ad una carenza più o meno completa di lattasi. La mancanza completa di lattasi fin dalla nascita è molto rara e impedisce al lattante di alimentarsi con qualsiasi tipo di latte, compreso quello materno. Invece la carenza che si accentua con il passare degli anni è molto diffusa e si calcola che in Italia interessi circa il 40% delle persone per arrivare fino al 90% in Sardegna. L’attività della lattasi è massima alla nascita per poi decrescere ad iniziare dallo svezzamento a volte fino alla scomparsa nell’età adulta. Questa è la regola negli altri mammiferi, soprattutto gli erbivori, che una volta svezzati non si alimentano più col latte. La sintomatologia dell’intolleranza al lattosio è provocata dalla permanenza nell’intestino del lattosio non assorbito, che va incontro a fermentazione con produzione di una notevole quantità di gas e acidi, inoltre il lattosio è osmoticamente attivo e richiama nel lume intestinale una grande quantità di acqua, provocando un mancato consolidamento delle feci che rimangono liquide, i sintomi principali sono quindi: meteorismo, crampi addominali, diarrea e nei casi più gravi anche dimagrimento dato che il fenomeno descritto crea malassorbimento anche di altri principi nutritivi.
La diagnosi si fa principalmente con il test del respiro definito breath test al lattosio. Il test inizia al mattino presto a digiuno e dura 3 ore, nei 15 giorni precedenti il paziente non deve assumere antibiotici e nei 7 giorni precedenti non deve assumere fermenti lattici o lassativi. La sera prima dell’esame consentito solo riso in bianco , bistecca ai ferri, prosciutto crudo e olio come condimento. Il mattino dell’esame il paziente assume una quantità definita di lattosio e nelle 3 ore successive espira in una sacca. In caso di intolleranza al lattosio nell’intestino si hanno fenomeni di fermentazione con produzione di una notevole quantità di idrogeno che viene assorbito ed eliminato con l’aria espirata. Il test è positivo e la positività può essere lieve, moderata o elevata, quando la quantità di idrogeno nell’aria espirata è superiore al livello basale.
Non esiste una terapia risolutiva per l’intolleranza al lattosio ma esistono dei farmaci contenenti lattasi, che se assunti prima di un pasto contenente lattosio, minimizzano o annullano i sintomi. Il più prescritto è il lacdigest, è sotto forma di compresse masticabili, il dosaggio è di 1 compressa ogni 5 g di lattosio che corrispondono a circa 1 dl di latte, non si possono assumere più di 6 compresse per pasto e non si può superare la quantità di 12 al giorno. Ma senza dubbio il rimedio più efficace consiste nel seguire una dieta priva di lattosio.
Il lattosio non è contenuto in nessuna verdura o frutto al naturale, ma è spesso presente in verdure surgelate e anche in scatola. Non è contenuto in tutti i cereali, per quanto riguarda gli alimenti di origine animale non è contenuto in tutte le carni e pesci non trasformati, prosciutto crudo e uova è contenuto invece in tutti gli insaccati trattati (mortadella, prosciutto cotto, salami wurstel). Nei latticini il lattosio non è contenuto in formaggi a pasta dura stagionati, per esempio è praticamente assente nel parmigiano e nel grana padano stagionato oltre i 36 mesi. Per quanto riguarda i condimenti, non c’è lattosio nell’olio di oliva e di semi, c’è invece lattosio nel burro e nelle margarine. Da ricordare che anche molti farmaci in compresse contengono lattosio come eccipiente.
Per concludere bisogna però distinguere l’intolleranza al lattosio dall’allergia alle proteine del latte vaccino, condizione alla quale si può ovviare utilizzando latti diversi come quello caprino o di soia.

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