Come sarà la provincia di Bergamo fra alcuni anni? Soprattutto quale sarà la curva della mobilità sul suo territorio? Valerio Bettoni, presidente dell’ACI di Bergamo si pone il problema proiettandolo nello scenario in vorticosa trasformazione sotto la spinta di una realtà sempre più globalizzante. Da qui la volontà come ACI di “contribuire a creare un tavolo dove affrontare le tematiche del futuro della mobilità per capire dove e come ci stiamo andando Occorrono una regia e chi faccia sintesi; c’è un disorientamento esteso che l’opinione pubblica percepisce con varie modalità. Il fatto è che volenti o nolenti, le trasformazioni avvengono comunque. Bisogna pertanto attrezzarsi creando le necessarie strutture”.
L’impressione è che si sia già perso tempo prezioso per elaborare una sintesi attraverso lo strumento pilota, il Piano territoriale di coordinamento provinciale, attraverso il quale delineare una prospettiva ordinata di gestione e sviluppo. C’è stato il “covid” con il quale si è ancora confrontati, ma c’è anche in movimento il “recovery plan” con le molteplici opportunità che rappresenta, specialmente per l’Italia e per i fondi in arrivo. “Vanno governati i processi di trasformazione che riguardano il nostro territorio – sottolinea Bettoni – e se non lo faremo, rischiamo di essere travolti da interventi senza una logica strategica”.
Per cogliere le varie istanze e per orientare il futuro è stata creata all’interno dell’ACI la Commissione Mobilità e Territorio, presieduta dall’architetto Felice Sonzogni, già assessore provinciale alla Pianificazione territoriale e Grandi Infrastrutture. Picchia il chiodo anche Sonzogni sull’urgenza di attivarsi: “Da una parte dobbiamo fare con rigore la ricognizione sulle possibili nuove infrastrutture che saranno realizzate; dall’altra dobbiamo guardare ciò che sta accadendo in materia di trasformazioni sul territorio della nostra Provincia. Se dovesse ritrovarsi a subire un processo di marginalizzazione avrebbe come contraccolpo una perdita di peso su più piani”.
Il quesito cruciale riguarda tre direzioni fondamentali: il territorio, l’economia e la sua gente.
A giudizio di Felice Sonzogni, ciò che si può intravedere nel disegno del domani è che “Bergamo e i Comuni della sua sempre più estesa cintura finiscano per catalizzare un ruolo dominante. Si sta perdendo la forza della unitarietà della Provincia e questo comporta come conseguenze la frammentazione e un progressivo isolamento delle valli e della montagna. Per la pianura bergamasca si profila paradossalmente un obiettivo rovesciato rispetto alla valorizzazione del nostro territorio e delle nostre attività produttive. E cioè: la pianura dovrebbe avere un ruolo di supporto strategico alla nostra economia e non luogo di pura distribuzione o transito di prodotti provenienti da altri Paesi”.
Il risultato perverso, secondo Sonzogni, potrebbe essere quello che “la pianura si trasformi in piattaforma di puro servizio con ulteriore perdita di ruolo e peso della aree economicamente più deboli del nostro territorio”. Si tratta di ricercare una sintesi su cui orientare le risorse che si renderanno disponibili con il “recovery plan” e con i finanziamenti nazionali e regionali.
L’Automobile Club di Bergamo vuole porre all’attenzione della comunità e delle istituzioni questi aspetti e promuovere un confronto allargato con la finalità di individuare e quindi discutere sulle possibili scelte che competono alle istituzioni.
“Con la Commissione Mobilità e Territorio – conclude il presidente Bettoni – stiamo lavorando su queste tematiche ed abbiamo messo a punto un documento di base inerente lo stato di attuazione delle infrastrutture (autostrade, strade, ferrovie, tramvie, interporti e reti ciclabili) e sulla previsione di realizzazione entro il 2030”.
In tale prospettiva si sta lavorando per l’organizzazione di due eventi – uno in giugno e uno alla ripresa autunnale – con l’intervento di esperti ad alto livello per intercettare la fisionomia più agile, efficiente e utile per il territorio e per l’economia dei bergamaschi.