Nelle ultime settimane, sui social non si parla d’altro che della Legge Zan, a sostegno della quale si sono esposti i volti più noti del mondo dello spettacolo.
La legge Zan contro l’omofobia ha l’obiettivo di proteggere persone omosessuali, donne e disabili dai cosiddetti reati d’odio, cioè l’istigazione a commettere atti violenti o discriminatori nei loro confronti.
Sono temi caldi, che bruciano ferendo nel profondo ancora tantissime – troppe – persone. Com’è la situazione in Valle Camonica, il nostro piccolo angolo di mondo che consideriamo un paradiso felice? A risponderci è Giulia Cotti Comettini, presidente dell’associazione EquAnime, realtà attiva sul territorio dal 2015.
«Fortunatamente l’ambiente si sta aprendo, ma non è tutto oro ciò che luccica. Durante il primo lockdown un ragazzo ha chiesto aiuto al nostro sportello rainbow perché i genitori lo hanno buttato fuori di casa in quanto omosessuale. Un altro ha ricevuto insulti fuori da un noto locale della zona e ha rischiato che dessero fuoco alla sua giacca per gioco».
Sono casi isolati, certo, violenze e bullismo sporadici che capitano agli sfortunati di turno ma capitano. E questo non va bene. Giulia lo dice chiaramente: «non sarà una legge a cambiare la mentalità delle persone». Magari bastasse così poco. Il DDL Zan non farà miracoli, ma sicuramente riconoscerà una maggior tutela «ad un’intera comunità che altrimenti continua a non sentirsi protetta, una comunità a cui mancano, e continuano a mancare nel 2021, diritti civili e umani, che diamo per scontati».
Se si vuole davvero cambiare, è necessaria una maggior sensibilizzazione nei confronti di tutte le minoranze, che va di pari passo all’informazione. EquAnime ha organizzato un evento online inerente proprio alla Legge Zan, che può essere seguito mercoledì 28 aprile sulla pagina Facebook e sul canale Youtube.
Qual è l’opinione dell’Associazione in merito alle recenti polemiche dul DDL Zan?
«Sono sterili e poco sensate, dato che non si toccherà la legittima libertà di parola, ma si cercherà di evitare che vengano perpetrati atti di incitamento all’odio, sia verbali che fisiche. Non obblighiamo nessuno ad accettare l’omosessualità, ma pretendiamo che violenze verbali e fisiche vengano sanzionate».
Maria Ducoli