Dopo il travaglio della pandemia ed il ritorno in “zona gialla” di lunedì 26 aprile 2021, riapre le porte ai visitatori il Museo della Basilica di Gandino. “Per la verità – sottolinea la segretaria Anna Gamba – tutto era pronto già lo scorso 1 marzo (lunedì del Sacro Triduo dei Morti), ma il ritorno in zona arancione e rossa aveva reso vani gli sforzi dei volontari. Ora speriamo davvero che sia la volta buona”.
Le visite saranno possibili tutti i giorni della settimana, previa prenotazione obbligatoria ai numeri telefonici 035.745425 e 340.6775066, oppure scrivendo una mail a segreteria.museo@gmail.com.
Il Museo della Basilica, fu inaugurato nel 1929, tra i primi nel suo genere e fortemente caldeggiato anche da mons. Angelo Roncalli poi S. Giovanni XIII Papa. Conserva principalmente gli straordinari tesori che i mercanti e le nobili famiglie hanno donato alle chiese gandinesi e soprattutto alla monumentale Basilica dal XV secolo ai giorni nostri. Le collezioni ospitano opere italiane, tedesche, francesi, fiamminghe, austriache e più generalmente mitteleuropee.
Spiccano fra gli altri l’eccezionale copertura dell’altare maggiore della Basilica, le oreficerie e le argenterie con preziosi vasi sacri e arredi liturgici, la collezione dei tessuti aulici che spazia dal ‘400 al ‘700 con decine di tipologie tessili confezionate in preziosi paramenti e una delle più importanti raccolte mondiali di merletti e ricami in oro, argento e fibra. Nelle sale del Museo è tuttora visibile la tela “inedita” di Carlo Ceresa, presentata in anteprima lo scorso autunno. Nativo di San Giovanni Bianco, in Valle Brembana, Carlo Ceresa (1609-1679) fu con il Baschenis il pittore più importante del ‘600 in terra bergamasca. L’opera esposta a Gandino (databile al terzo quarto del Seicento) proviene da una cappella gentilizia ed è considerata inedita in quanto mai studiata finora.