Sommando tutte le chiusure correlate dalle riaperture a singhiozzo della strada provinciale delle Tre Valli, sono quasi due gli anni di lavoro preclusi al gestore del rifugio Bazena Vito Gelmini che, esasperato dalla situazione, ha presentato un esposto in prefettura in tribunale.
Con l’atto, Gelmini chiede accertamenti e la valutazione della sussistenza di profili penalmente rilevanti, in modo da poter procedere nei loro confronti. È dal 2010 che la Provincia ha iniziato a chiudere la 345 «anche per intere settimane, senza apparenti motivi e preavvisi». Il rifugista gestisce la struttura dal 2006 e dalla sua ricostruzione risulta che solo i primi quattro anni la strada sia stata mantenuta sempre percorribile. Nel 2014 assiste per la prima volta ad una situazione di disagio prolungato: dopo la forte nevicata che contraddistinse quell’inverno, la 345 rimase chiusa per quasi tre mesi, impedendo di recuperare i diciotto veicoli parcheggiati nel piazzale.
Nessuna comunicazione arriva per le chiusure del 2018: salta Pasqua e saltano anche i nove mesi successivi ad ottobre. Nessun avviso nemmeno per la stagione invernale 2019-2020. Nevica e tutto tace, come accadde il 12 novembre 2020: «per una semplice nevicata c’è stato un altro stop fino al 20 marzo: ho dovuto noleggiare un’auto, avendo i miei mezzi al rifugio».
In questi giorni anche l’onorevole camuno Donina si sta attivando per chiedere al prefetto le motivazioni che impediscono la riapertura della strada. Si tenuto nei giorni scorsi l’incontro in Campolaro dei sindaci di Bienno e Breno per la presentazione dei lavori necessari al ripristino della viabilità sulla 345.
Maria Ducoli