E’ iniziata la raccolta di plasma al Papa Giovanni, nel centro di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale. Una volta raccolto il plasma da aferesi viene utilizzato per i pazienti in cura e per le terapie a base di emoderivati.
Bergamo, 23 febbraio 2021 – E’ partita l’attività di raccolta del plasma da donatori nel centro attivo all’Ospedale di Bergamo. Il nuovo servizio, attivato ad aprile dal SIMT – Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale del Papa Giovanni XXIII, permette la raccolta di plasma da aferesi per la cura di pazienti con patologie ematologiche, neurologiche, metaboliche e per le terapie a base di emoderivati (immunoglobuline, albumina e fattori della coagulazione).
La donazione di plasma è un atto volontario, anonimo e gratuito.
L’aspirante donatore, di età compresa tra i 18 e i 67 anni, può prenotare la visita di idoneità grazie alla nuova agenda online dedicata. La procedura guidata, presente sulla pagina dedicata alla raccolta del plasma, nel sito web del Papa Giovanni, accompagna passo dopo passo fino alla selezione dell’appuntamento prescelto. Ottenuta la valutazione di idoneità è possibile prenotare la donazione di plasma, sempre con l’aiuto dello strumento online. Per coloro che sono già donatori periodici in altri centri è possibile prenotare direttamente la donazione di plasma.
La procedura di aferesi non compromette lo stato di salute del donatore che può tornare alla sua vita normale subito dopo aver donato.
La legge prevede il diritto ad astenersi dal lavoro per l’intera giornata lavorativa in cui si effettua la donazione. In ogni caso si consiglia di seguire le indicazioni presenti nel Vademecum del donatore consultabile sul sito dell’ospedale.
Il centro di raccolta del plasma è nato durante la prima fase della pandemia, ad aprile 2020, quando il SIMT – Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale del Papa Giovanni XXIII- ha avviato la raccolta di plasma iperimmune per l’utilizzo come terapia sperimentale per i malati di Covid-19. La somministrazione di plasma iperimmune per il nuovo SARS-CoV-2 prosegue ancora oggi e il Papa Giovanni è promotore dello studio “IMMUNO-COVID”. L’aspirante donatore deve avere avuto una malattia con sintomi e/o con diagnosi certa di Covid-19 e deve dimostrare una guarigione documentata con tampone negativo. Durante la visita di idoneità, all’aspirante donatore viene dosato il livello di anticorpi, per verificare l’effettiva idoneità alla donazione di plasma iperimmune.
“L’ attività di raccolta plasma è una conseguenza naturale del nostro programma di ricerca sul plasma iperimmune – ha spiegato Anna Falanga, direttore del SIMT – Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale dell’ASST Papa Giovanni XXIII e direttore del Dipartimento interaziendale Medicina trasfusionale ed Ematologia della Provincia -. Durante la prima e seconda ondata della pandemia, su 3.000 candidati alla donazione di plasma iperimmune da tutta la provincia, sono stati selezionati 866 aspiranti donatori di plasma, di cui 425 sono risultati idonei per la donazione di plasma iperimmune. Gli altri donatori sono stati reclutati per la donazione di plasma ad uso clinico o farmaceutico”.
“La difficile gestione clinica della pandemia ha offerto l’opportunità, in alcuni casi, di dare uno sviluppo ai servizi esistenti – ha sottolineato Fabio Pezzoli, direttore sanitario dell’ASST Papa Giovanni XXIII -. E’ il caso della raccolta di plasma, nato da un’attività di ricerca orientata all’attività clinica. Da questa emergenza nasce oggi un’attività in più, rivolta a centinaia di pazienti da tutta la provincia. Per questo voglio ringraziare tutta l’equipe della Immunoematologia e Medicina Trasfusionale”.