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Covid e infarto: quando la paura fa perdere tempo e vite

Durante questi mesi di pandemia abbiamo imparato a conoscere i danni polmonari connessi al Covid 19, solo in un secondo momento sono state evidenziate correlazioni con malattie cardiovascolari. D’altronde si sa che cuore e polmoni lavorano in sinergia, perciò un’infezione delle vie aeree profonde, con la relativa difficoltà nell’ossigenazione del sangue, è uno stress ulteriore per quadri già complessi.

Ciò è stato mostrato anche dal Dr. Claudio Cuccia, direttore del Dipartimento Cardiovascolare della Poliambulanza, in uno studio pubblicato recentemente su riviste scientifiche nazionali. Stando ai dati raccolti nella prima ondata della pandemia, la mortalità attestata in caso di infarto è dieci volte superiore nei pazienti positivi al Covid.

Ciò non è dovuto esclusivamente ai problemi fisiologici connessi al virus, ma anche alla cosiddetta “paralisi da paura” che frena i soggetti a rischio dal correre in ospedale, anche in presenza di campanelli d’allarme importanti. La tempestività è fondamentale per curare un infarto, ogni singolo minuto è prezioso e più che a un filo, la vita sembra essere sospesa ad una lancetta.

Tra Marzo e Aprile, è stato registrato un aumento del 60% delle morti tempestive a domicilio, questo perché gli ospedali erano sotto assedio e nessuno veniva sfiorato dall’idea di recarsi in pronto soccorso per sintomi che solo qualche mese prima avrebbero fatto chiamare i soccorsi. Si temevano i ricoveri, perché avrebbero potuto rivelarsi una condanna a morte. Per la paura di non uscire più sulle proprie gambe, si stava a casa, sottovalutando la gravità delle proprie condizioni mediche: forse avrebbero dovuto ricordarci che non si muore solo di Covid e che i sintomi diversi dalla perdita del gusto o dalla febbre non devono essere sottovalutati.

Chi ha contratto il Covid in maniera importante è oggi un paziente vulnerabile, per questo motivo è necessario un follow up dei “sopravvissuti”, con particolare attenzione ai pazienti cardiopatici in quanto l’infezione ha spesso provocato una riduzione della funzione cardiaca.

Si dice che il tempo sia denaro, a volte è “solo” salvezza.

Maria Ducoli

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