Domenica sera il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, è stato ospite del programma su Rai 3 “Che tempo che fa”, dove è tornato sul tema della zona rossa in Lombardia e delle misure restrittive che penalizzerebbero alcune aree non più così colpite. “Dobbiamo fidarci: il governo si è confrontato con il Comitato tecnico scientifico, ci sono degli esperti e 21 indicatori per decidere il colore di una zona. Con i sindaci di Brescia, Mantova e Cremona ho scritto al ministro Roberto Speranza e al governatore Attilio Fontana per chiedere di poter vedere i dati e capire se, come è previsto nel Dpcm, sia possibile usare misure diverse per questa parte della Lombardia. Ma se non sarà possibile, faremo rispettare le misure e ci fideremo di chi ha elaborato i parametri decidendo che anche Bergamo deve restare zona rossa. Punto. Non si può negoziare, non è una trattativa».
“Condivido il principio per cui si stabiliscono parametri e soglie che in automatico determinano le chiusure. Ci sono comunque situazioni critiche in Italia che richiedono misure molto drastiche e altre meno difficili». Sulla manifestazione avvenuta davanti al Comune e fuori dalla sua abitazione, che ha portato alla denuncia di circa 20 persone, ha spiegato: “Capisco le ragioni per cui queste persone manifestano la loro incertezza e difficoltà. Oggi percepiscono che quello sforzo fatto nei mesi scorsi per rimettersi in piedi sia del tutto frustrato. Il problema però è la strumentalizzazione politica. Ho chiesto che alla chiusura corrispondesse certezza di ristoro da parte del governo”.