Parte mercoledì 30 settembre da Bergamo (zona della Trucca, nei pressi dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII), la Transumanza dei Bergamini, promossa dal Festival del Pastoralismo che nell’anno della pandemia mette in campo un’iniziativa dal sapore autentico. La “carovana” muoverà da Bergamo a Gorgonzola e non sarà una sfilata rievocativa di pochi chilometri, ma un tragitto di 40 km percorso con una piccola mandria di bovini da latte (dell’azienda agricola Fabrizio Bertolazzi di Serina) reduce dall’alpeggio in Alta Val Brembana. “E’ una transumanza – spiega Michele Corti, docente universitario e presidente del Festival del Pastoralismo – “in scala 1:1” quindi, con tutti i problemi di una transumanza vera. A partire dalla ricerca dei prati lungo il percorso dove far sostare e pascolare gli animali e dalla ricerca di strade poco o nulla trafficate (facendo riscoprire aspetti suggestivi e inaspettati del territorio). Anche nella prima tappa Bergamo – Dalmine, pur nel contesto dell’intensa urbanizzazione si transiterà su vecchie strade campestri. A causa della coincidente visita del ministro Manfredi all’Università, è stata annullato il passaggio per le vie di Città bassa (già percorse dalle “mini transumanze” del 2017 e 2019). Così il convoglio dei bergamini entrerà subito nel territorio di Treviolo e arriverà a Dalmine (piazza del mercato e area a prato adiacente) alle 16”.
L’attività di questi anni del Festival e questa novità 2020 ha offerto, finalmente, i meritati tributi ai bergamì, a questi personaggi così emblematici, “veramente figli della terra di Bergamo” come scriveva il Volpi nel 1930, ma che possiamo dire anche veramente figli della terra lombarda, di cui conoscevano valli e pianure. Dopo il film “L’Ultimo Bergamino”, proiettatato in anteprima a Fuipiano lo scorso 26 settembre (seconda proiezione a Inzago, Milano dove è stato girato, mercoledì 30 settembre) ci sarà anche la canzone. Non poteva che nascere dalla voce bergamasca per eccellenza di Luciano Ravasio, attento alle radici rurali e pastorali della “tèra de Bèrghem”. L’arrivo a Dalmine diventerà una vera propria festa. Dalle 18 in piazza del mercato vi sarà distribuzione di polenta del pregiato Mais Spinato di Gandino condita con Strachitunt dop e Taleggio dop. Prodotti caseificati a latte crudo della Val Taleggio (cooperativa S.Antonio di Vedeseta). Per esaltare il burro di montagna (latteria sociale di Branzi) verranno serviti assaggi di Casoncelli e Scarpinocc di Parre, accompagnati da vino Valcalepio doc. “Ci sarà la possibilità di acquistare formaggi – aggiunge Corti – ma anch il tipico cappello dei bergamini, il bastone dei pastori e libri a tema pubblicati in questi anni. La serata della transumanza a Dalmine comprenderà anche la messa in scena di “quadri di vita bergamina”. Una teatralizzazione che vedrà attori protagoniste le maschere bergamasche “il Giopì e la Margì” e il milanese Marino Zerbin. “Un dialogo in bergamasco e in milanese – spiega Corti – che ricorda come i bergamì fossero dei “ponti” tra la realtà bergamasca e quella milanese (ma anche lodigiana, cremasca, bresciana e oltre). Concluderà la serata (alle 21) Luciano Ravasio. Il noto cantautore bergamasco, che a quei “cowboy nostrani a piedi” ha dedicato una recente canzone. Il programma di Ravasio spazierà da canzoni popolari a tema a riferimenti alla recente triste vicenda Covid. Per ri-partire, come facevano sempre i bergamini anche dopo le i colpi più duri. Info al 3282162812 e su ww.festivalpastoralismo.org