Donato prima dell’emergenza Covid-19, lo strumento del valore di 100 mila Euro, è già stato utilizzato in questi mesi per seguire le gravidanze che presentavano particolari fattori di rischio. L’ecografo sarà utilizzato anche per la diagnosi e la ricerca sulle cardiopatie congenite e le malformazioni fetali e permetterà di garantire elevati standard di cura e la valutazione sulla necessità di ricorrere a interventi chirurgici post-natali o, in casi selezionati, ad interventi intrauterini sul feto.
Bergamo, 29 settembre 2020 – Anziché ricevere un regalo, sceglie di donare uno strumento ecografico all’avanguardia, completo di sonde, all’Ospedale della sua città. E’ questo il modo con cui un benefattore, che ha chiesto di restare anonimo, ha deciso di celebrare il giorno del compleanno. Il super-ecografo è entrato in funzione a febbraio nel reparto di Ostetricia e Ginecologia del Papa Giovanni XXIII e sono già decine le donne con gravidanza a rischio elevato che hanno beneficiato del dono.
Il nuovo ecografo di ultima generazione, del valore di oltre 100.000 Euro, restituisce immagini ad altissima risoluzione, con sistema 3D/4D e la possibilità di elaborazione rapida ed accurata dei dati e delle immagini. Uno strumento che è stato fin da subito utilizzato per le ecografie ostetriche più complesse e negli ambulatori congiunti con i cardiologi e i chirurghi pediatrici. Sono esami che aiutano nella diagnosi, fin dallo stadio fetale, di patologie congenite e nella definizione delle cure specialistiche necessarie, inclusi gli interventi chirurgici post-natali o in fase perinatale, cioè sul feto in utero.
“I dati estremamente precisi che lo strumento permette di ottenere al nostro team multidisciplinare saranno usati anche per attività di ricerca – ha spiegato Luisa Patané, responsabile della Medicina Materno Fetale –. Lavoriamo ad uno studio clinico sulla diagnosi precoce delle anomalie congenite e ad un secondo sugli interventi chirurgici intrauterini per correggere malformazioni cardiache fetali”.
Il Papa Giovanni XXIII è uno degli Ospedali con maggior numero di parti in Italia. Sono circa 4.000 ogni anno e durante il periodo dell’emergenza Covid, dal 23 febbraio ad oggi, sono state registrate più di 1.300 nascite.
Grazie a un team multidisciplinare di ginecologi, neonatologi, chirurghi pediatrici, cardiologi, cardiochirurghi, genetisti e psicologi il Papa Giovanni è anche un centro per la diagnosi prenatale di terzo livello, in grado cioè di seguire gravidanze con fattori di rischio per feti affetti da una cardiopatia congenita o da una patologia malformativa. Grazie ad ambulatori dedicati, offre un inquadramento multidisciplinare per la definizione della prognosi per il feto, per la gestione di eventuali terapie in utero, per una corretta impostazione del percorso nascita e il supporto psicologico ai genitori. In casi selezionatissimi, e solo quando il beneficio ha reso preferibile affrontare il rischio, sono stati anche effettuati interventi cardiovascolari intrauterini.
Queste competenze sono state anche riconosciute ufficialmente da Regione Lombardia, che ha inserito il Papa Giovanni XXIII tra gli 11 centri hub lombardi di Medicina materno-fetale.
“Grazie al nostro benefattore e alla sua famiglia, che con questo gesto hanno arricchito la dotazione tecnologica del nostro reparto di Ostetricia. Anche così si rafforza l’Ospedale Papa Giovanni e la sua elevata vocazione alla cura delle mamme e dei loro bambini – ha commentato il direttore generale Maria Beatrice Stasi -. I nostri professionisti stanno già mettendo a frutto questo generoso regalo di compleanno ‘al contrario’ a vantaggio di tanti nuovi nati e delle loro famiglie”.