Ha raccolto un fungo per poi cucinarlo e mangiarlo senza sapere che si trattasse di uno dei funghi più velenosi esistenti, non a caso soprannominato “Angelo della Morte”. Il fattaccio è avvenuto sul Lago d’Iseo, dove una donna lotta adesso tra la vita e la morte in ospedale. Scientificamente, il fungo di cui parliamo è una manta falloide, un fungo della famiglia della Amantiaceae, tra i più velenosi conosciuti. La donna lo avrebbe raccolto qualche ora prima durante un’escursione tra i boschi in compagnia del marito. Il veleno del fungo ha causato alla donna una grave infezione al fegato, che dopo essersi sentita male è stata ricoverata in gravissime condizioni in ospedale. Secondo le ultime notizie, non sarebbe ancora fuori pericolo.
Dall’inizio del mese si tratta del quinto caso di intossicazione da funghi in un’area che comprende Sebino e Valle Camonica. L’Ats della Montagna, l’agenzia di tutela della salute che ha competenza territoriale in Valle Camonica e Valtellina, si è premurata di mettere in guardia i numerosi cacciatori di funghi e ha messo anche a disposizione una task force a capo di un ispettorato micologico: un gruppo di esperti a disposizione per dare consigli e fornire accorgimenti sulla velenosità dei funghi che si raccolgono. Inoltre, fino al 30 novembre resterà attiva anche una Pronta reperibilità micologica in continuo contatto con i presidi ospedalieri del territorio per accertare una possibile intossicazione da funghi. I due centri saranno operativi nel comuni di Chiavenna, Morbegno, Sondrio, Tirano, Bormio e Dongo in Valtellina, e a Brescia, Darfo Boario Terme e Montecampione in Valcamonica.