A causa delle restrizioni dovute all’emergenza coronavirus, quest’anno i loveresi non festeggeranno, come di consueto, le proprie sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa. Proprio oggi, il 18 maggio 1950, papa Pio XII celebrò la loro canonizzazione.
Un po’ di storia. Nel clima politico della Restaurazione la parrocchia di Lovere, le future sante si impegnarono a ripristinare la pratica religiosa ferita dagli eventi del periodo rivoluzionario e napoleonico, promuovendo iniziative pastorali con particolare attenzione ai giovani. Successivamente, fondarono la propria congregazione e, sotto la direzione del sacerdote Angelo Bosio, il 21 novembre 1832 lasciarono le loro case e si ritirarono in un’umile abitazione presso l’ospedale di Lovere, dove iniziarono a dedicarsi all’assistenza dei malati e all’educazione delle fanciulle. Dopo la morte delle due loveresi, le religiose facenti parte della congregazione presero il testimone e portarono avanti il loro operato. Nel 1884 presero il nome di suore di Maria Bambina, per la statuina riproducente Maria in fasce conservata nella casa madre e in omaggio al mistero della natività della Vergine.
Oggi le suore di carità sono presenti in Europa (Italia, Regno Unito, Romania, Spagna), nelle Americhe (Argentina, Brasile, Perù, Stati Uniti d’America, Uruguay), in Africa (Egitto, Zambia, Zimbabwe) e in Asia (Bangladesh, Birmania, Giappone, India, Israele, Nepal, Thailandia, Turchia).
“ Mio buon Gesù, so che l’amore per te non va mai disgiunto da un vero amore del prossimo; perciò io, Bartolomea, desiderando di darti gusto in tutto e di assecondare gli impulsi interni, faccio voto di usare al mio prossimo tutta la carità spirituale e corporale che potrò. Da ora in avanti tutto ciò che Dio mi ha concesso non lo considererò più mio, ma datomi per impiegarlo a vantaggio del mio prossimo. La vita, la salute, il talento, i pensieri, le parole, le azioni, la roba e tutto quanto potrò avere in mio potere li rivolgerò a vantaggio e a sollievo dei miei cari fratelli. Per i peccatori offrirò pratiche, orazioni, mortificazioni e ogni volta che mi presenterò ai piedi di te, Crocifisso, ti importunerò e pregherò tanto per la loro conversione che non mi potrai negare questa grazia. Per impedire il peccato poi farò di tutto e tu avvalora la mia debolezza.” ( Bartolomea Capitanio)