Sono giorni pieni di gioia, questi, per la famiglia Dapit. Stephanie ha dato alla luce Kendra, e così i due campioni di mountain running, marito e moglie, sono impegnati a fare i genitori di una bellissima bimba che già settimana prossima avrà la fortuna di essere presente a una gara. Non una gara qualsiasi, ma bensì la più temuta, amata ed estrema: il Trofeo Kima, al quale il papà prenderà il via fra i top runner.
Simile al Kima per le caratteristiche tecniche del percorso, la Maga Skymarathon si accinge a compiere nove anni. Sulle prealpi Orobie, l’edizione di domenica 4 settembre promette emozioni a fil di cielo per chi affronterà la marathon e reazioni di piacevole sorpresa per quanti assaggeranno il nuovo percorso della mezza.
Sfogliando l’albo d’oro della Maga Skymarathon, il nome di Fulvio Dapit è stampato sulle ultime tre edizioni della gara. La competizione di skyrunning bergamasca è composta da 4 vette da scalare con un chilometraggio complessivo di 39 km e un dislivello positivo di 3000 metri. Il gioco si fa duro, dunque, alla Maga, e i duri come lui non si tirano indietro. Corrono forte e senza intoppi, superando tutte le pendenze che incontrano sul cammino. Ma la Maga non è un gioco: è fatica, una lunga fatica da srotolare su sentieri ripidi, creste infinite e salti rocciosi. «Con la Maga Skymarathon ho un rapporto particolare – racconta l’atleta del Team Crazy Idea La Sportiva – quando l’ho scoperta nel 2007 ero di ritorno dalla Malesia. Mi ero rotto una mano e dovevo correre per forza la gara bergamasca, in quanto prova del campionato italiano. Nel tempo l’amicizia con Elio Carrara e Carolina Tiraboschi, grandi atleti e organizzatori in prima linea, si è rafforzata».
Spesso ospite a Serina dagli amici skyrunner Elio e Carolina, Dapit ne approfitta per allenarsi sul percorso di gara. Scarpette ai piedi, ha battuto l’Alben in lungo e in largo. Il monte, ultima delle quattro vette della Maga, non è di facile digestione. Eppure Dapit si è sempre assicurato la vittoria proprio lì. «La Maga è una gara con tante salite e discese impegnative e un notevole dislivello, difficoltà che mi si addicono. Bisogna spingere dall’inizio alla fine, non si può esagerare, chi forza in discesa paga la salita. Il minimo errore può risultare fatale per la buona riuscita della gara. Sull’asperità finale si decide la corsa: è quindi fondamentale arrivarci lucidi per poter correre con attenzione e velocità. L’ascesa infatti è dura, la discesa tecnica, e poi ci si deve concentrare ancora nella lunga picchiata verso il traguardo».
Quest’anno Fulvio Dapit cederà ad altri lo scettro spettatogli tre volte. Sempre alla ricerca di nuovi stimoli e di nuove sfide che lo arricchiscano nello spirito, si sta dedicando alle ultra trail del World Tour, spostandosi quindi da una nazione all’altra, tornando allo skyrunning solo per Zegama e Kima. «Faccio parte del Team Crazy Idea La Sportiva sebbene sia l’unico atleta del team che pratichi l’ultra trail. Mi hanno sempre sostenuto, non sono semplici sponsor ma amici di famiglia, con cui voglio restare».
Manca poco alla nona edizione della Maga Skymarathon & Skyrace, una gara che ha il sapore delle sfide in alta montagna, dove ci si confronta con il cronometro ma anche con se stessi, una corsa che non va sottovalutata, un traguardo che ripaga la lunga fatica. Le iscrizioni sono aperte.