«In una situazione come l’attuale nella quale, a differenza del passato, le risorse economiche a disposizione per erogare i servizi sono sempre meno, vengono effettuati tagli facilmente giustificabili con lo scarso utilizzo dei servizi stessi. Così in questi anni, in cui è imperativo far quadrare i conti, i tagli colpiscono prevalentemente le aree montane, dove i servizi per logica di scala, sono più costosi. Questo purtroppo avviene per i servizi sanitari, postali, per quelli indirizzati allo sviluppo delle infrastrutture tecnologiche, come per qualsiasi altro servizio territoriale.
Ma deve essere fatto uno sforzo comune e non è corretto considerare esclusivamente il risparmio momentaneo, ma va considerato che tale risparmio si ripercuoterà negativamente ed in modo significativo negli anni futuri. Sovente, infatti, non si fanno i conti con il fatto che in questo modo i territori di montagna vengono abbandonati dalle nuove generazioni, da sempre abituate a pazientare, ma costrette ad arrendersi di fronte all’evidente disparità di servizi con le zone periferiche la città.
Il pericoloso spopolamento dei centri della Valle ed il graduale invecchiamento della popolazione, porteranno a breve ad una situazione di disequilibrio nella gestione delle nostre comunità, che avrà effetti evidenti nei prossimi anni. Da amministratori abbiamo ben presente che l’unico modo utile ad invertire questo trend sia quello di creare occupazione all’interno delle nostre realtà, sia attraverso la riconversione di attività produttive, sia attraverso l’insediamento di nuove, ma anche attraverso nuove modalità di valorizzazione culturale e turistica della nostra valle. Gli sforzi fatti quotidianamente in questa direzione devono però essere accompagnati anche da azioni per il potenziamento dei servizi erogati, affinché le nuove generazioni possano continuare a vivere in montagna, garantendo un futuro alle nostre comunità. Non è ipotizzabile che i servizi erogati siano calibrati esclusivamente considerando il progressivo invecchiamento della popolazione, servono azioni forti a favore dei più giovani, per far si che il gap esistente rispetto ad aree maggiormente attrattive venga almeno in parte ridotto.
La montagna non chiede privilegi, chiede solamente rispetto e che il vivere in montagna non sia impossibile. Vale la pena ricordare che la montagna non è solo a servizio di coloro che vi trascorrono il fine settimana, ma è fatta di persone che sono abituate si a stringere i denti, ma che meritano attenzione. Questo deve valere sempre, in ogni ambito».