Condannati due fratelli di Berzo Inferiore per abusi sessuali commessi su ragazze minorenni ospitate nella Casa famiglia gestita dai genitori.
Nell’udienza di lunedì 18 luglio il Tribunale di Brescia ha condannato per violenza sessuale due fratelli di Berzo Inferiore: uno a sei anni e sei mesi e l’altro ad un anno e undici mesi, con pena sospesa. L’accusa, ritenuta fondata, è molto pesante: rapporti sessuali con delle giovani obbligate come se fosse un rito di iniziazione, per poter consentire alle stesse di rimanere nella casa famiglia gestita dai genitori dei due giovani. Il pm Ambrogio Cassiani aveva chiesto la condanna a quattro anni per il primo, per il quale era già stato disposto il divieto di avvicinamento alla casa famiglia, e l’assoluzione per il fratello, la cui posizione era stata ritenuta marginale. I giudici invece hanno condannato i due fratelli anche al risarcimento delle ragazze che si sono costituite parte civile: 75mila euro ai quali vanno aggiunte le spese processuali. L’inchiesta era nata dalla denuncia di una giovane, ex ospite della casa famiglia, che aveva raccontato ai Carabinieri di essere stata costretta a rapporti sessuali quando aveva undici anni. I fatti contestati ai due fratelli vanno dal 2006 al 2013, quando i genitori aprivano le porte della loro comunità solo a donne in difficoltà. Oggi invece la stesa comunità ospita sia uomini che donne. Almeno otto le giovani che sarebbero state violentate e tutte hanno descritto la stessa situazione: il rito di iniziazione avveniva nella cantina della casa famiglia. Tre ragazzine si sono costituite parte civile, mentre una quarta giovane ha ritrattato durante il processo, spiegando di aver consumato volontariamente rapporti sessuali con uno dei due imputati. Le ragazze, nel corso della permanenza in comunità a Berzo Inferiore, avevano parlato tra di loro delle violenze subite e del disagio che stavano vivendo, ma non avevano trovato il coraggio di denunciare la cosa. Una giovane aveva raccontato la sua esperienza anche ai servizi sociali, ma nessuno le aveva creduto. Ieri la vicenda ha avuto la sua prima conclusione con condanne pesanti sia sul piano della giustizia che su quello morale.