Roberto Mauri, Eleonora Garini e Mattia Lembo sono tre giovani studenti che hanno dato vita a Prama Giovani, un’associazione con lo scopo di valorizzare e dare visibilità ai giovani artisti bergamaschi attraverso mostre, eventi ed esposizioni.
L’avventura, iniziata nel novembre 2018, ha raccolto i primi risultati la scorsa settimana con “Alea”, la prima mostra allestita dal 5 al 7 aprile presso l’Ex Carcere Sant’Agata nella Città Alta di Bergamo. Prama Giovani nasce per dare visibilità ai giovani artisti permettendogli di costruirsi un curriculum artistico e fare il proprio ingresso nel mondo del lavoro, buttandosi a capofitto nella realtà culturale, al di là delle mostre “accademiche”: uno spazio, un pubblico reale e tutta la voglia di mettersi in gioco. Questo è il concetto attorno al quale ruota Alea: la voglia di rischiare, di buttarsi, di mettersi in gioco senza sapere cosa succederà dopo. Alea indaga la volontà di misurare sé stessi, di tentare la sorte con entusiasmo esponendo per la prima volta la propria arte. “Alea” deriva dal latino e significa “rischio”, anche se successivamente è stata utilizzata come locuzione “Alea Iacta Est” ovvero “Il dado è tratto”. Molte sono le interpretazioni, diversi i significati: ciò che è certo è che i ragazzi di Prama non vogliono porre alcun limite; ognuno è libero di interpretare la parola a proprio modo e la loro priorità resta una sola: mettere in risalto le opere di artisti esordienti. I tre giorni di esposizione si sono rivelati un successo, con mille ingressi totali e la vendita di un’opera durante il primo giorno di esposizione. I ragazzi sono riusciti a realizzare un allestimento d’effetto, disponendo tutte le opere dei 30 artisti selezionati in modo omogeneo ed equilibrato nelle singole celle dell’ex-carcere. Nonostante il tema non fosse unico e limitante, il risultato finale è stato un perfetto dialogo tra opere affini. Nemmeno il luogo scelto per ospitare Alea è casuale. La filosofia di ExSa (nome con cui viene chiama l’ex area carceraria) è quella del luogo comune, dell’aiutarsi a vicenda, di uno spazio per tutti; filosofia sposata a pieno da Prama Giovani e dai ragazzi del Maite che lo gestiscono. Si tratta di un luogo pieno di storia, degno di essere valorizzato e portavoce dei cambiamenti positivi che stanno avendo luogo nella città di Bergamo. Oltre all’ala adibita all’esposizione, vi sono altri spazi enormi, rimasti chiusi e segreti agli occhi dei visitatori: una chiesa sconsacrata e le vecchie entrate dei carcerati, delle scale che discendono per quattro piani e portano fino all’ingresso di Città Alta. L’ex carcere rimane ad oggi un luogo affascinante e con ancora molto da dare: è in corso una costante riqualifica della struttura e un’opera di restaurazione che impiegherà del tempo per essere terminata. Le parole di Mattia, co-fondatore del progetto, riassumono nel migliore dei modi i tre giorni di esposizione e lasciano presagire un futuro entusiasmante per Alea, i suoi giovani artisti e le future iniziative: “L’arte non è solo una passione, è anche uno studio. L’arte viene vista come un hobby, mentre per alcuni ragazzi vuole essere un lavoro: studiano anni e a volte non ce la fanno, perché non si riescono a comprendere che l’arte deve essere il loro “tutti i giorni” e non un evento o una mostra occasionale. Siamo molto contenti per i risultati, siamo ancora sulle nuvole e speriamo di continuare così.”
Silvia Cortinovis
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