Il termine epilessia deriva dalla parola greca epilambanein che significa “essere sopraffatti” ” essere colti di sorpresa”
L’epilessia è una sindrome che ha un quadro sintomatologico caratterizzato principalmente dalle crisi epilettiche. Tali crisi sono provocate da un’alterazione dell’attività elettrica dell’encefalo a causa della quale molti neuroni si attivano contemporaneamente provocando alterazioni comportamentali e movimenti involontari. L’epilessia può essere considerata come una tempesta elettrica che avviene nel cervello.
Si distinguono 2 tipi di epilessia: epilessie primarie e secondarie. Le epilessie secondarie sono quelle provocate da patologie cerebrali: tumori, traumi cranici, ictus o ischemie cerebrali, alterazioni metaboliche (iperglicemia, ipoglicemia, abuso alcolico o di stupefacenti).
Le epilessie primarie invece sono da causa ignota e non provocate da patologie sottostanti. Si distinguono in forme generalizzate e parziali. Le forme generalizzate comprendono il grande male e il piccolo male.
Il grande male consiste in una crisi caratterizzata da una scarica massiva dei neuroni di entrambi gli emisferi cerebrali. I sintomi sono: perdita della coscienza, convulsioni tonico-cloniche (le convulsioni vengono chiamate toniche quando c’è una contrazione della durata di alcuni secondi e cloniche quando c’è un’alternanza di rigidità e rilassamento dei muscoli. Le convulsioni tonico-cloniche sono caratterizzate da un susseguirsi dei due tipi di convulsione), perdita dell’equilibrio, incontinenza urinaria, cianosi (cute blu a causa della carenza di ossigeno).
Il piccolo male consiste in una crisi non convulsiva. Il suo sintomo principale è l’assenza. La persona infatti sembra non essere più consapevole del contesto in cui si trova, diviene immobile, come congelata. Queste crisi durano circa 5-30 secondi. Si tratta del tipo più frequente nell’infanzia e spesso tende a scomparire con la pubertà.
Le crisi parziali sono dovute ad un’anomala attività elettrica in una circoscritta parte del cervello. Infatti, per motivi che ancora rimangono sconosciuti, i neuroni della parte coinvolta iniziano a scaricare contemporaneamente. Dato che non coinvolgono l’intero cervello in genere non comportano una perdita totale dell’equilibrio o della coscienza. Le loro manifestazioni dipendono dall’area cerebrale coinvolta. Esistono due tipi principali di crisi parziali:
crisi parziali semplici, dette anche focali o jacksoniane (dal nome dello studioso che per primo le descrisse): si tratta di crisi di breve durata che non comportano la perdita della coscienza. Le persone con queste crisi possono presentare strane sensazioni a livello visivo, uditivo e olfattivo. Inoltre queste crisi possono comportare dei tremori in una sola parte del corpo.
crisi parziali complesse: si tratta di crisi che comportano non una perdita ma un cambiamento dello stato di coscienza. Durante queste crisi le persone possono intraprendere comportamenti anomali, di cui in genere non conservano memoria.
Talvolta le crisi epilettiche possono essere scatenate da: stress, carenza di sonno
particolari luci o suoni (come nei videogames).
Come ci si deve comportare per soccorrere al meglio un paziente, soprattutto un bambino, in caso di crisi epilettica? Innanzitutto bisogna porre il soggetto in posizione di sicurezza cioè su un fianco in modo che la saliva ed eventuale vomito possano defluire, evitando che si accumulino nelle vie respiratorie, bisogna fare attenzione che la testa appoggi su un piano non rigido,per evitare traumatismi e in ultimo non mettere mai nulla nella bocca del paziente.