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Paolo Rocca non andrà a giudizio

La Corte d’Appello di Buenos Aires ha annullato il rinvio a giudizio di Paolo Rocca, presidente e amministratore delegato di Tenaris, il colosso siderurgico che include la Dalmine, con 2.200 dipendenti in Italia e 22 mila nel mondo.

A novembre era stato rinviato a giudizio per la partecipazione di Rocca a una «associazione illecita per il pagamento di tangenti», quindi finalizzata alla corruzione, in favore dell’ex presidente Cristina Fernandez Kirchner. Dopo il ricorso della difesa di Paolo Rocca, la Corte d’Appello argentina ha ribaltato completamente la decisione, annullando il rinvio a giudizio deciso a novembre e rimandando tutto alla Procura. Secondo i giudici «sarebbero necessarie ulteriori indagini sui pagamenti» e più in generale sulle giustificazioni che il gruppo Techint è in grado di fornire su determinate uscite negli anni passati. L’altra ipotesi, contemplata dalla procura di Buenos Aires, riguarda i rapporti tra Argentina e Venezuela attorno al 2007-2008, dopo la nazionalizzazione della siderurgica Sidor, controllata direttamente da Techint (che detiene la maggioranza del Gruppo Tenaris), da parte del presidente venezuelano Hugo Chavez. Nel continente sudamericano l’unico Paese che aveva mantenuto rapporti quantomeno di dialogo con Chavez era l’Argentina, già allora guidata da Cristina Kirchner. Nei mesi successivi fu proprio lei a confrontarsi con Chavez per velocizzare le pratiche della nazionalizzazione della Sidor, con relativa liquidazione di quasi due miliardi di dollari al gruppo dei Rocca. Proprio per erogazioni sospette di quel periodo, un manager di Techint risulta ancora indagato a Buenos Aires.

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