Andranno tutti a giudizio i 23 imputati finiti nell’inchiesta che vede al centro un 47enne titolare di una nota pizzeria in centro a Bregamo, con ben 33 capi d’imputazione che vanno dall’estorsione con metodo mafioso alla violenza sessuale di gruppo ai danni di unadonna, dalla ricettazione di una carrozzina per disabili alla spendita di banconote false, sino all’incendio di un’auto, al traffico di ingenti quantitativi di cocaina e all’accesso abusivo a sistemi informatici volto alla rivelazione di segreti d’ufficio e alla detenzione illegale di un arsenale di armi.
Per il principale imputato e per altri 14 coimputati la strada sarà quella del dibattimento:cosìha stabilito il gup Riccardo Moreschi nell’udienza di questo lunedì 11 marzo, unificando i destini di tutti quelli tra gli imputati cui viene contestata l’aggravante del metodo mafioso. La prima udienza sarà il prossimo 7 maggio. Per sette dei coinvolti, invece, la via segnata è quella del rito abbreviato. Ancora al vaglio del gup, infine, la posizione di un imputato il cui legale ha presentato istanza di patteggiamento. Nella teoria di reati contestati, i più risalenti dei quali sono datati 2015, figura anche il tentativo intimidatorio con cui, per l’accusa, il principale imputato cercò di entrare in possesso della pizzeria “Da Frank”, alla Mandolossa, la stessa che il Ferragosto di quell’anno divenne per altra via teatro del duplice omicidio del titolare, Francesco Seramondi, e della moglie Giovanna Ferrari.