La storica Capanna Plai all’intermedia degli impianti di risalita e delle piste di sci di Borno Monte Altissimo non esiste più: il furioso incendio divampato all’improvviso poco dopo le 20.00 di questo sabato 9 febbraio, durato circa 8 ore, ha risparmiato solo la struttura portante in cemento armato, mentre ha distrutto tutto il primo piano in legno, il tetto, le verande, gli interni, le masserizie che vi si trovavano, i tavoli del ristorante, il bancone bar, le suppellettili, tovaglie e biancheria varia, macchinari da bar e da cucina.
Oggi dello storico Rifugio che si fregiava giustamente anche del titolo di “Museo” per gli attrezzi della civiltà contadina e boscaiola che vi si trovavano, come suppellettili e come richiamo ai turisti della storia del luogo, non esiste più nulla. Cinquant’anni di storia bornese e di passione da parte di chi l’ha raccolta e messa in bell’ordine per farla gustare a tutti, sono spariti di colpo. Le cause dell’incendio sono ancora sconosciute: forse un corto circuito partito dall’impianto elettrico, ma non si possono escludere, per ora, altre ipotesi, che comunque sono al vaglio minuzioso dei Vigili del Fuoco di Darfo intervenuti sul posto con i colleghi di Breno, trasportati in quota dai mezzi battipista della Società Borno Monte Altissimo, che hanno fatto la spola dai piazzali dove erano aprcheggiati gli automezzi. I proprietari della struttura erano scesi da Plai attorno alle 18.30; attorno alle 19.30 i gattisti della Società avevano lanciare l’allarme: mentre stavano battendo la pista nella zona avevano notato del fumo uscire dal locale. Nella zona della Capanna Plai, a 1.300 metri di quota, ci sono le bocchette di erogazione dell’acqua per l’impianto di innevamento, collegate con il bacino posto poco più a monte lungo la variante della pista Pian d’Aprile, da dove è stata presa l’acqua. Le fiamme sono state viste anche da Borno: 8 ore di fuoco intenso hanno avuto ragione della struttura che è andata completamente distrutta. Le operazioni di spegnimento, smassamento del materiale bruciato, messa in sicurezza e transennatura della zona si sono concluse soltanto all’alba di domenica. Ia particolare, sono state portate all’esterno della struttura 3 bombole del gas che fortunatamente non sono esplose. Sulla soglia del garage è stata trovata la carcassa di un grosso cane, morto nel rogo. Pare che ve ne sia anche un secondo, di cui però non sono state trovate tracce. Danni ingenti, dunque, per i quali si sta valutando l’ammontare, così come dovranno essere valutati i danni eventuali alla struttura portante in calcestruzzo. Nella giornata di domenica 10 febbraio sul posto si sono recati anche gli specialisti NBCR, sigla che sta per Nucleare, Batteriologico, Chimico e Radiologico, dei Vigili del fuoco di Milano per ulteriori rilievi e per eventuali interventi che si fossero resi necessari per bonificare la zona, di particolare pregio naturalistico, caratterizzata da una fitta abetaia. A giorni è atteso anche il sopralluogo dell’Arpa per i rilievi di competenza. Nella giornata di domenica gli impianti di risalita hanno funzionato regolarmente in quanto non interessati in alcun modo dall’incendio.