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L’ATS di Brescia nega l’accesso ai documenti

L’Agenzia per la tutela della salute di Brescia ha negato l’accesso agli atti richiesto dall’avvocato Donatella Mento sul caos del batterio legionella che ha colpito alcune persone, difese dal legale, che ha necessità di atti ufficiali per vagliare tutti gli elementi e costruire un’azione civile. Ma l’ATS ha rifiutato ogni richiesta documentale.


Niente copie delle analisi, nessuna mappa: tutto coperto dal «segreto istruttorio», ci sono indagini in corso da parte della magistratura. È questa la motivazione ufficiale dell’Ats in risposta all’avvocato che rappresenta i singoli pazienti, ma anche il «Comitato di salute pubblica – La corsa per la vita» che sostiene alcune delle famiglie colpite dall’epidemia di polmoniti di quest’estate. Ma altre Ats, come quella di Bergamo, non hanno ostacolato l’accesso alla documentazione per un altro paziente, considerando la richiesta dell’avvocato Mento meritevole di accoglimento. Per costruire un’azione civile servono documenti ufficiali, da analizzare e consultare. Un diritto, quello di richiedere gli atti, supportato dal decreto legislativo 195 del 2005, dove si raccomanda anche trasparenza pubblica su temi di carattere ambientale: suolo, acqua, aria. Nelle abitazioni private sono stati effettuati 449 campionamenti, 143 i prelievi nelle torri di raffreddamento di sei aziende, 14 i campionamenti nel fiume Chiese. Il focus è soprattutto sulla cosiddetta «zona rossa», che comprende i sette comuni lungo l’asta del fiume (da Montichiari verso Remedello, fino ad Asola) dove dal primo al 10 settembre 2018 si sono verificati 224 casi di polmonite, certificati da accessi in pronto soccorso, conto i 36 del 2017 e i 26 del 2016. Ora, una ventina di famiglie attende di poter avanzare una richiesta di risarcimento: c’è chi ha riportato lesioni permanenti, chi è stato costretto alla riabilitazione. Anche il Comitato «La corsa per la vita», che supporta le famiglie dei malati, è sceso in campo chiedendo sostegno economico sia per i pazienti che per la causa civile che rischia di diventare troppo onerosa.

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