Nami, letteralmente onda nell’etimologia giapponese, è il nuovo fusion sushi inaugurato negli scorsi giorni a Darfo Boario Terme.
Nami è la trasformazione diretta del precedente Wasabi di Boario terme – prima realtà “take away” a portare in Valcamonica l’innovazione della cucina giapponese – si trasferisce e cambia location. Conservando il servizio d’asporto all’origine, accoglie l’esigenza di offrire un’esperienza più ampia e strutturata, mantenendo l’alta qualità che da sempre ha contraddistinto Wasabi.
Mattia Chini – 34 anni e precedente proprietario di Wasabi – rende partecipi di un’esperienza culinaria unica, e con il suo team fa della passione per il sushi e la buona cucina un punto d’incontro tra il mondo occidentale e quello orientale del Sol Levante. Tre i concetti alla base della sua proposta: personale locale giovane e preparato, qualità ai massimi termini ed esperienza unica per il cliente. Il team di Mattia è composto da giovani della Valcamonica, parte dei quali sono entrati a far parte dello staff dopo un’esperienza in Giappone, che ha permesso loro di portare una fetta della cultura nipponica e fonderla nella realtà locale. La qualità e l’offerta di sushi alla carta sono il punto chiave del concetto di Nami: i prodotti sono altamente selezionati ed esclusivamente di qualità. La particolare attenzione sulla provenienza e nel trattamento delle materie prime, dimostrano l’accuratezza posta nella selezione degli alimenti.
L’ambiente è rilassante e intimo. La cura nei dettagli è studiata minuziosamente nell’arredamento e nel servizio. Al bancone, durante l’aperitivo o per tutto il tempo della cena, sono serviti cocktail ricercatissimi, dai drink più classici ai più elaborati a base di gin al Wasabi, Sakè, distillati giapponesi direttamente importati dall’altro capo del mondo. Il tempo si dimentica al Nami. Al cliente è chiesto di lasciare la giacca nel guardaroba e accomodarsi. Il grande orologio appeso al muro non scandisce le ore e resta fermo, suggerendo di abbandonare ogni pensiero e rilassarsi. In bagno non troverete salviettine per asciugarvi le mani ma cotone. L’arredamento nipponico predilige le linee rigide e rette e le uniche curve sono lasciate ai Nigiri e Uramaki serviti nei piatti. L’ampia vetrata fa spaziare l’occhio al di là della strada, tra gli alberi del parco delle Terme, in un concetto di ampio e infinito tipico della cultura giapponese. All’altro lato, la cucina a vista permette di seguire l’arte della preparazione tra lo spadellare, sfilettare e arrotolare dei giovanissimi cuochi.
Nami è un crocevia di culture: il cocktail bar con le luci soffuse ricorda l’aria calda di una spiaggia californiana e i quadri degli artisti locali (tra cui i chiaro-scuro di Samantha Brunellise) fanno pensare ad un bar d’autore o una galleria d’arte tra gli ultramoderni palazzi di Tokyo. Mondi e stili diversi si incontrano soprattutto nei piatti , esprimendo a pieno il concetto di fusion. Dai classici nigiri, uramaki e sashimi alle rivisitazioni italo – giapponesi a base di pomodorini e burrata o al tiramisù al the verde matcha. La delicatezza e precisione della cucina nipponica si fonde con la grinta più marcata di quella europea e americana, con un tocco dell’eccellenza italiana.
Lo staff riesce a far incontrate sapori diametralmente opposti senza snaturarne le origini. Mattia e il suo team scrivono un moderno “milione” con i piatti innovativi di Nami a Boario Terme e trasportano il cliente nella cultura giapponese senza fargli preparare le valigie e prender l’aereo.
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