Attorno alle 8.00 di martedì 18 settembre a Camisano, nel Cremonese, è morto Giovanni Radaelli, operaio di 48 anni di Caravaggio: secondo la prima ricostruzione fatta dai Carabinieri della Compagnia di Crema, intervenuti sul posto con i tecnici dell’Ats Val Padana, Redaelli si sarebbe tolto l’imbragatura di sicurezza per recuperare un attrezzo di lavoro che gli era caduto di mano: ma sarebbe scivolato, finendo con il piede su una lastra di amianto eternit che non ha retto il peso dell’uomo che è caduto nel vuoto da un’altezza di dieci metri, finendo sul sottostante pavimento di cemento.
Immediato l’allarme che ha fatto convergere sul posto i mezzi di soccorso del 112. Le condizioni dell’operaio sono apparse subito disperate, soprattutto per il grave trauma riportato alla testa. I soccorritori hanno cercato a lungo di rianimarlo, ma si sono dovuti arrendere e constatare il decesso del quarantottenne. Giovanni Redaelli lavorava per l’azienda «Eredi Pisoni Martino srl» di Mozzanica, ed era impegnato nella rimozione della copertura di un capannone della Cascina Torrianelli, utilizzato per il deposito di balle di fieno, che in estate era andato a fuoco. In quell’occasione nell’incendio era bruciata anche parte delle lastre di amianto eternit che costituivano il tetto della struttura prefabbricata, che Radaelli stava rimuovendo per poi ammassare negli appositi sacchi da inviare successivamente ad apposito smaltimento. Per compiere questa operazione l’operaio si trovava sulla pedana mobile sollevata dal braccio di una gru controllata a terra da un collega. Poi all’improvviso la tragedia, sulla quale gli inquirenti stanno cercando di fare piena luce.