Il pubblico ministero Gianluigi Dettori, titolare dell’inchiesta sul Comune di Foppolo e la società degli impianti Brembo Super Ski, fallita il 24 febbraio 2017, ha richiesto il rinvio a giudizio per Giuseppe Berera, ex-sindaco di Foppolo.
E’ una delle conclusioni delle indagini, iniziate un anno e mezzo fa dopo l’incendio doloso alle seggiovie Quarta Baita e Montebello, arrivate a sondare ben altri orizzonti. In mezzo alle già numerose ipotesi di reato avanzate dalla Procura nei confronti di Berera (tra le quali corruzione, falso, truffa aggravata ai danni della Regione e turbativa d’asta) se ne aggiunge un’altra del tutto inedita: peculato. Motivo per il quale è stata formalizzata la richiesta di rinvio a giudizio. L’ultima grana dell’ex primo cittadino riguarda i fondi che – secondo la Procura – avrebbe distratto dalla Brembo Ski per il pagamento parziale della sua abitazione privata: lo chalet di montagna sito in via Moia, a pochi passi dal municipio. Circa 55 mila euro l’ammontare della somma. Chi indaga ricostruisce minuziosamente la cronologia degli eventi, risalenti a otto anni fa. All’epoca dei fatti contestati, Berera era rappresentante legale pro tempore della società degli impianti (partecipata dei Comuni di Foppolo, Carona e Valleve). Stando a quanto emerso dagli accertamenti del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza, il 10 maggio 2010 avrebbe distratto 14 mila euro emettendo un assegno bancario a favore di uno studio legale associato, incaricato dai creditori di recuperare le somme dovute. Il 22 luglio e il 30 agosto altri 20 mila euro, sempre a favore del medesimo studio. Poi, il 17 gennaio 2011, ulteriori 21 mila euro con un assegno indirizzato alla società incaricata di costruire l’abitazione. Il tutto – sostiene sempre chi indaga – imputando le operazioni a pagamento di debiti aziendali. L’ex sindaco, 50 anni, è tornato ai domiciliari lo scorso 20 luglio dopo aver passato 27 giorni in carcere a Bergamo. Ora dovrà attendere il verdetto del giudice per le indagini preliminari, chiamato ad esprimersi sulla richiesta avanzata dal pm.