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manca acqua nelle campagne

Manca l’acqua nelle campagne bergamasche

La campagna bergamasca ha sete. A lanciare l’allarme è Coldiretti Bergamo che ha raccolto le preoccupazioni dei propri associati. “Fino a pochi giorni fa – spiega l’organizzazione agricola – la stagione irrigua stava procedendo senza particolari problemi ma l’improvvisa impennata delle temperature delle ultime ore, che secondo le previsioni proseguirà incessantemente anche nei prossimi giorni, ha fatto precipitare la situazione e gli agricoltori si ritroveranno presto senza acqua per le irrigazioni. Si è inoltre esaurito repentinamente l’effetto delle ultime precipitazioni, soprattutto nelle aree agricole servite dai fiumi Brembo e Serio”.

Il momento di difficoltà è stato rilevato anche dal Consorzio di Bonifica della Media Pianura Bergamasca che per scongiurare situazione di pesanti carenze e stress idrico delle culture in campo, in alcune aree del territorio provinciale è intervenuto con misure drastiche per cercare di arginare le difficoltà che si stanno creando.

La situazione meteo particolare, lo stato problematico dei bacini e degli invasi, unitamente all’applicazione del Deflusso Minimo Vitale (DMV), pari al 10% della portata nominale che deve essere sempre presente all’interno dei fiumi, adottato in via definitiva dalla Regione Lombardia con il nuovo PTUA (Piano di Tutela delle Acque), sta mettendo in seria difficoltà numerosi agricoltori che faticano ad avere l’acqua nei canali e rischiano di non riuscire ad effettuare le necessarie operazioni di irrigazioni.

“Poiché molte delle colture si trovano in una fase molto delicata – sottolinea Coldiretti Bergamo – la nostra attenzione è altissima e monitoriamo costantemente la situazione con i nostri tecnici. Per evitare danni irreparabili alle aziende agricole, chiediamo urgentemente e pressantemente a Regione Lombardia di applicare la riduzione del DMV prevista per legge nei casi di emergenza. Senza un intervento tempestivo in questo senso, centinaio di ettari di raccolto andranno persi e il sistema agricolo provinciale si ritroverà in ginocchio”.

L’andamento anomalo di quest’anno conferma purtroppo i cambiamenti climatici in atto che si manifestano con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense e il rapido passaggio dalle normali temperature al caldo torrido. Il 2018 si classifica, nei primi sei mesi, al terzo posto degli anni più bollenti in Italia dal 1800 in cui sono iniziate le rilevazioni con una temperatura superiore di 1,4 gradi rispetto alla media storica, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Isac Cnr.

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