Con l’esecuzione di due ordinanze di custodia cautelare in carcere si è definitivamente conclusa l’operazione antidroga denominata convenzionalmente “MOS” )acronimo che indica la pausa pranzo nelle Forze di Polizia) della Compagnia Carabinieri di Treviglio.
Gli investigatori del Nucleo Operativo e Radiomobile hanno difatti eseguito un’ordinanza restrittiva a firma del GIP Bianca Maria Bianchi, il tutto nell’ambito di un complesso procedimento penale istruito dal PM Emanuele Marchisio. I fatti in questione cristallizzano il traffico di cocaina radicatosi nella Bassa Bergamasca, ma non solo: la rete dello spaccio, infatti, si spingeva anche nei Comuni di Mozzo, Curno, Ponte San Pietro, Paladina, Valbrembo, Almé e Villa d’Almé. Coinvolti a vario titolo ben 10 persone, con un’età compresa tra i 30 ed i 48 anni, tutti con precedenti penali o di polizia per reati in materia di sostanze stupefacenti. L’indagine è stata chiamata “MOS”, poiché dalle intercettazioni telefoniche ed ambientali captate dagli inquirenti si è rilevato una sorta di presunzione da parte degli indagati nel ritenere appunto meno efficaci le attività delle Forze dell’Ordine al cambio turno durante la pausa pranzo, considerazione evidentemente rivelatasi inconsistente data la corposa inchiesta sviluppata. Durante le indagini sono stati recuperati in tutto circa 3,5 kg di cocaina.