A poco a poco si sta sbrogliando la matassa intricata sul caso Bozzoli: ora pare sia emerso un fatto nuovo che aiuterebbe a fare luce sulla sparizione di Mario Bozzoli di Marcheno, uscito di scena dalla sera del 10 ottobre 2015 poco dopo le 19.16, ora dell’ultima telefonata alla moglie dove annunciava che stava tornando a casa per la cena.
Per mesi si indagherà sulla fonderia dove Mario si trovava come contitolare, assieme al fratello Adelio. Quando il pm aveva chiesto l’archiviazione del caso, il procuratore Capo Pierluigi Maria dell’Osso aveva deciso di avocare a sé l’inchiesta, riaprendo le indagini. Dell’Osso aveva dato ascolto alle richieste degli avvocati di Irene Zubani, la moglie di Mario , che non accettava la conclusione proposta dal pubblico ministero. Ed è così che scavando e scavando, questa volta non nelle scorie dei forni della Bozzoli, dove si temeva fosse stato gettato Mario, ma tra i documenti contabili, è emersa una fattura di circa 44.000 euro per lavori alla Bozzoli di Marcheno che, a Marcheno, non sono mai stati eseguiti ma che dalla Bozzoli di Marcheno erano stati pagati. Il documento contabile è stato mostrato anche nel corso della puntata di «Chi l’ha visto» su Rai 3: è datato 18 settembre 2015, cioè venti giorni prima della scomparsa dell’imprenditore Mario Bozzoli e sarebbe il tema del faccia a faccia tra lo scomparso e suo fratello Adelio proprio la sera in cui si sono perse per sempre le sue tracce. Faccia a faccia al quale avrebbe assistito anche Giuseppe Gherardini, operaio fedele e coscienzioso, trovato senza vita qualche giorno dopo alle Case di Viso sopra Ponte di Lengo. Stando a quanto emerso dunque Mario Bozzoli, dopo aver scoperto il documento nella contabilità dell’azienda di cui era socio al 50%, ha chiesto notizie all’impresa che l’aveva emessa e che aveva messo nero su bianco, nella sezione in cui si indicano le prestazioni offerte, guasti ai forni dopo un’esplosione e che erano stati riparati per una spesa complessiva di 43.933,86 euro. Danneggiamenti che a Mario non risultavano. Il titolare dell’azienda di riparazioni avrebbe spiegato a Mario Bozzoli di essere intervenuto alla Fonderia Bozzoli di Bedizzole, quella che gli inquirenti hanno definito il clone di quella di Marcheno e di cui sono proprietari, con il 33,33% ciascuno, Adelio e i suoi figli, Alex e Giacomo Bozzoli, di cui Mario non era a conoscenza. Dopo quella notizia, Mario sarebbe dunque stato deciso a chiederne conto a suo fratello Adelio. Una tesi sostenuta dal fatto che la felpa di Mario sia stata trovata proprio davanti agli uffici dove avrebbe dovuto tenersi il chiarimento e da cui l’imprenditore non sarebbe mai uscito.