Sono circa un centinaio i volontari della Protezione Civile dell’Associazione Nazionale Alpini che sono stati impegnati in prima linea sul fronte dell’emergenza gelo e neve.
Gli interventi hanno prevalentemente interessato le Unità del 4° Raggruppamento, nei cui territori, vedere scendere copiosa la neve è un evento non eccezionale, ma sicuramente straordinario. Ed è per questo che i disagi maggiori si sono registrati in quel Centro e Sud Italia dove, fatte le dovute eccezioni – come le zone montuose dell’Abruzzo o di alcune zone di Umbria e Marche – i territori sono meno preparati alla situazione metereologica avversa.

I volontari hanno generalmente operato in piccole squadre, attivati in ragione delle convenzioni in essere tra Protezione Civile ANA ed enti locali, su tante microemergenze circoscritte e localizzate, con compiti di sgombero neve, spargimento sale e, spesso, di assistenza alle popolazioni per superare le difficoltà di spostamento.

Oltre a queste attività hanno compiuto il monitoraggio dei livelli fluviali in quanto la neve caduta, trasformandosi in acqua, può determinare situazioni critiche a livello idraulico ed idrogeologico.

Un lavoro importante che “fa la differenza”, risolvendo sul nascere situazioni che, se non gestite, in poco tempo possono diventare delle emergenze di dimensioni ragguardevoli.

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