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Sono cresciute del 5% le imprese agricole lombarde di imprenditori con meno di 35 anni: a brescia sono 703 su 3498. La provincia che evidenzia una crescita maggiore è Sondrio che segna più 14,3%. Nel totale le imprese guidate da giovani sono 3498 su un totale di 46mila a livello regionale.

Il 2017 registra un lieve calo (circa -1%) per quanto riguarda il numero di aziende ma registra un +0,3% per crescita di addetti. In aumento anche le imprese guidate da stranieri (+1,2% con 653 imprese). Sono alcuni dei dati diffusi dalla Camera di Commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi e da Coldiretti Lombardia.

Il territorio più attivo è quello di Brescia con 10mila aziende, seguono Mantova con quasi 8mila, Pavia con oltre 6mila, Bergamo con 5mila, Cremona e Milano con 4 mila, Sondrio, Como e Varese con circa 2 mila realtà. Lodi e Lecco con più di mille. Crescono Bergamo (+0,3%), Lecco (+0,1%) e stabile Milano.

Le specialità che trainano maggiormente i diversi territori sono: la risicoltura per Pavia e Milano (+12% e +7%), gli ortaggi coltivati all’aria aperta per Sondrio e Mantova (+23% e +12%), gli ortaggi e le colture in serra per Cremona e Bergamo (+33% e + 12%), le pomacee e frutta a nocciolo per Mantova e Sondrio (+16% e + 14%), altra frutta per Varese e Como (56% e + 36%), la coltivazione di spezie e piante aromatiche per Lecco (+62%), la riproduzione delle piante per Cremona e Pavia (+21% e +19%). Per quanto riguarda gli allevamenti di animali: quelli di bovini non da latte e bufalini crescono, soprattutto, a Pavia e Lodi (entrambe +33%), gli allevamenti di ovini e caprini a Cremona (+27%), le attività di supporto a Como e Brescia (+67% e + 44%) e l’apicoltura a Lodi e Mantova (+27% e + 15%).

Le coltivazioni e gli allevamenti che registrano un incremento nella produzione sono: la coltivazione di spezie e piante aromatiche (+32,9%), altra frutta come frutti di bosco, in guscio, melograno, cachi e kiwi (+25,3%), il riso (+10,7%), gli ortaggi coltivati all’aria aperta (+7,1%), le pomacee e frutta a nocciolo (+10,5%), la riproduzione delle piante (+8%), gli allevamenti di bovini non da latte e bufalini (+11,2%), l’allevamento di altri animali (+8,1%), gli allevamenti di ovini e caprini (+2,5%), le attività di supporto (+5,3%), gli ortaggi e le colture in serra (+5,4%), l’apicoltura (+2,5%). (fonte Regione Lombardia)