Anche quest’anno l’influenza è prevista in arrivo verso la metà del mese di dicembre, giusto in tempo per guastare le feste natalizie a centinaia di migliaia, forse milioni, di Italiani.
L’epidemia esplode solitamente durante le feste natalizie per 2 motivi: innanzitutto perché il freddo e soprattutto gli sbalzi di temperatura, sono in grado di paralizzare le ciglia vibratili di cui è dotato l’epitelio di rivestimento di tutto l’albero respiratorio, facilitando quindi l’ingresso del virus, ma soprattutto perchè in questo periodo sono più frequenti gli assembramenti di persone, che rendono più probabile il contagio,complici gli scambi di baci ed abbracci augurali. La trasmissione dal malato o da colui che ha già in incubazione la malattia, ma è ancora asintomatico, al soggetto sano, avviene per via aerea tramite le goccioline di saliva emesse durante i colpi di tosse o gli starnuti (goccioline di Flugge). Come tutti gli anni la sintomatologia è caratterizzata da febbre, dolori muscolari, cefalea, tosse, mal di gola, possono anche comparire sintomi gastrointestinali con dolori addominali, vomito e diarrea.
L’influenza è una malattia virale, quindi non esiste una terapia specifica, si agisce quindi con sintomatici come glia antipiretici (antifebbrili), anti infiammatori e anti dolorifici e con le solite misure precauzionali rappresentate dal riposo, abbondante idratazione e dalla dieta leggera e ricca di frutti contenenti vitamina C che ha anche un effetto preventivo, in quanto potenzia le difese immunitarie. Non sono assolutamente indicati gli antibiotici che possono essere invece prescritti solo dal medico in presenza di eventuali complicanze batteriche. Di per sé l’influenza è una malattia benigna che volge verso la guarigione spontanea nel giro di una settimana, bisogna però temerne le complicanze, la più frequente delle quali è la polmonite batterica pneumococcica che è più frequente e temibile nelle categorie a rischio quali i bambini, anziani e malati cronici. Ogni anno le complicanze del’influenza provocano migliaia di morti. Considerato che non esiste una terapia specifica, anche e soprattutto nel caso dell’influenza, fondamentale è la prevenzione. Innanzitutto è importante cercare di evitare il contatto con le persone malate o in fase di incubazione, limitando il più possibile gli assembramenti di persone in luoghi chiusi, buona regola anche lavarsi molto spesso le mani, utile un supplemento di vitamine C e D. Ma il cardine della prevenzione è senza dubbio il vaccino anti influenzale. Il periodo più utile per vaccinarsi va dai primi giorni di novembre fino alla metà di dicembre. Il vaccino anti influenzale è consigliato a tutti, ma è fortemente raccomandato nelle classi a rischio che sono: soggetti oltre i 65 anni, diabetici, cardiopatici, bronchitici cronici, asmatici o affetti da altre patologie croniche. Per queste categorie il vaccino è gratuito. Ma perchè il vaccino anti influenzale, a differenza di altri va praticato tutti gli anni? La risposta deriva dal fatto che quello influenzale è un virus che può essere definito intelligente, in quanto ogni anno va incontro a delle mutazioni del proprio DNA, cosicché anche il vaccino va preparato e modificato ogni anno. Quest’anno il vaccino contiene tre varianti di virus: la variante Hong Kong, già presente l’anno scorso, la variante Brisbane anch’essa già presente ed una nuova variante, la Michigan. Non esistono controindicazioni al vaccino tranne l’allergia alle proteine dell’uovo, in quanto il virus viene coltivato in embrioni di pollo. Sfatiamo anche il mito che il vaccino possa provocare l’influenza. Questo è un evento impossibile in quanto i virus iniettati sono preventivamente inattivati col calore. Al limite si può avere un lieve e temporaneo rialzo della temperatura corporea il giorno stesso o il giorno dopo la somministrazione del vaccino. La sicurezza del vaccino enti influenzale lo rende non controindicato nemmeno in gravidanza. Tutte le più autorevoli fonti sanitarie ritengono che l’influenza contratta in gravidanza comporti un aumento di rischio di complicanze per la madre e per il feto. Viceversa, la vaccinazione si è dimostrata efficace nel prevenire la malattia senza aumento di rischio per la madre e per il feto.
Per cui termino con un appello accorato a tutti e ancor di più alle categorie a rischio: vaccinatevi!