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83 profughi bloccano la strada a San Simone «Non siamo felici, ci sentiamo in prigione»

I profughi ospitati all’interno dell’ex Hotel di San Simone (Valleve) sono scesi in strada per protestare pubblicamente per andare via dalla località dell’alta Valle Brembana. A bloccare la strada, questa mattina, sono stati in 83, costringendo diversi automobilisti a fermarsi e fare marcia indietro. 

«Non siamo felici. Ci sentiamo in prigione», sono le frasi scritte sui cartelloni sventolati durante il blocco stradale di protesta. La minaccia ora è che tutto questo sia replicato anche domani e domenica, un bel disagio considerando gli arrivi considerevoli previsti nel weekend da parte di chi da fuori giunge in alta valle per andare a sciare.

«Dopo i 15 nigeriani allontanati a novembre per rissa, ora tutti coloro che hanno bloccato la strada danneggiando la giá critica economia di San Simone vengano sì trasferiti, ma nei loro paesi. Subito – è il commento giunto dal segretario provinciale Daniele Belotti e di circoscrizione (Valle Brembana) Alex Galizzi, autore degli scatti apparsi sul web -. Cosa dicono i buonisti di fronte ai cartelli in cui gli stessi profughi si sentono usati dalle coop per “fare affari”? È l’ennesima prova che dietro all’accoglienza c’è solo speculazione, altro che solidarietà».

«La prefettura ora avvii i controlli sulla coop Ubuntu, visto che prima le risse, ora le proteste, qualcosa non va – aggiunge Belotti –. E intanto i cittadini pagano 87.150 € al mese per mantenere questi gentili ospiti che fanno scappare i già pochi turisti di San Simone. La valle Brembana ha bisogno di turisti veri non di profughi finti».


 

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