Il 51enne Stefano Ghidini, era ancora vivo martedì. A provarlo, i portali di rilavamento targhe che hanno fotografato i diversi passaggi del suo furgone. Da mercoledì poi più nessuno ha avuto sue notizie, fino a quando venerdì, il corpo è stato trovato senza vita nel suo furgone blu scuro situato a qualche centinaio di metri da casa. Il mezzo era parcheggiato in via Cav. Umberto Gnutti, era aperto e con le chiavi nel cruscotto. Le temperature elevate di questi giorni hanno favorito l’aumento di velocità del processo di decomposizione del corpo esanime, e due ragazzi residenti nel quartiere, allarmati dall’odore acre che proveniva dal mezzo in sosta, hanno chiamato i Carabinieri che si sono occupati dei primi accertamenti. L’uomo è stato trovato riverso sul pianale di carico del furgone, questo fa pensare che abbia accusato un malore mentre forse stava scaricando del materiale. Stefano era scalzo, con indosso solo gli slip e una canottiera. La moglie, originaria dell’Europa dell’Est, ha dichiarato ai Carabinieri che ora stanno ricostruendo l’accaduto, di non essersi allarmata all’assenza del marito, perchè non era la prima volta che si allontanava da casa per qualche giorno. Sono ora attesi i risultati dell’autopsia fatta nelle scorse ore al Civile di Brescia, per far luce sulla morte del commerciante di Lumezzane. Ancora da chiarire l’insolito abbigliamento con cui è stato trovato il 51enne ed il motivo per cui si trovava nel suo furgone, lontano da casa e dalla fabbrica, per ora si esclude l’ipotesi di violenza: sul corpo dell’uomo non sono pervenuti segni particolari e nel furgone nulla lascia pensare ad un tragico gesto.
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