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39 in carcere con l’operazione “Metropolis”

La mattina del 26 febbraio i Carabinieri di Brescia, d’intesa con la Procura della Repubblica della Direzione Distrettuale Antimafia, hanno dato esecuzione all’Ordinanza di Applicazione di Misura cautelare emessa dal Giudice per le Indagini preliminari del Tribunale di Brescia nei confronti di 39 soggetti, di cui 32 di nazionalità albanese, componenti di 2 organizzazioni criminali transnazionali operanti in Europa, di matrice albanese, dedite al traffico internazionale di cocaina.

Le operazioni, dirette dalla Procura distrettuale antimafia e antiterrorismo di Brescia, hanno consentito di conseguire l’eccellente risultato della cattura di 33 soggetti su 39, anche grazie alla proficua cooperazione internazionale instaurata con la III Divisione Interpol del Servizio per la Cooperazione internazionale di Polizia che, per il tramite dell’ Ufficio dell’Esperto per la Sicurezza a Tirana, ha coordinato con le autorità albanesi e specificamente con il Dipartimento della Polizia criminale – Direzione generale della Polizia di Stato, le operazioni di localizzazione e la successiva cattura di 5 soggetti. Le indagini come anticipato, hanno consentito di ricostruire e smantellare due sodalizi criminali di matrice balcanica che si erano insediati nella provincia di Brescia da dove importavano sul territorio nazionale, grazie a ramificazioni estere, rilevanti quantitativi di cocaina proveniente dal nord Europa che venivano poi smistati in quasi tutto il territorio nazionale, infatti i destinatari delle misure cautelari sono stati rintracciati nelle seguenti province, Brescia, Bergamo, Milano, Parma, Brindisi, Savona, Como, Cosenza, Forlì-Cesena e Alessandria. Le varie partite di stupefacente viaggiavano su una vera propria “rotta europea della droga” tracciata dai trafficanti: Olanda-Germania-Italia; per i trasporti le organizzazioni disponevano di una di una “flotta tecnologica di mezzi” composta da numerose autovetture, tutte con vani appositamente ricavati nella carrozzeria, alcuni dei quali azionabili solo meccanicamente1 o con dispositivi a distanza, che venivano installati da meccanici esperti in Albania oppure in Olanda. La scoperta di tali “marchingegni” ha consentito di trarre in arresto in flagranza di reato ulteriori 19 persone – oltre alle 39 oggetto dell’ordinanza – e di sequestrare 15 chilogrammi di cocaina, oltre ad una pistola. La pericolosità degli affiliati veniva ampiamente dimostrata, oltre che dal rinvenimento di una pistola, soprattutto dal motivo per cui uno degli arrestati se l’era procurata ovvero per punire un connazionale reo di avergli rubato 300,00 grammi di cocaina e il medesimo non riusciva nel suo intento solo perché pochi giorni dopo il “ladro” veniva tratto in arresto per aver compiuto una rapina e ristretto presso la casa circondariale. Impressionante è stata anche la regolarità, accertata nel corso dell’indagine, con cui venivano organizzate queste importazioni di stupefacente, in media una ogni 20/25 ed anche il fatto che non venissero mai interrotte, neanche in occasione dei numerosi arresti effettuati nel corso dell’indagine, infatti i due sodalizi dimostravano un sconcertante capacita nel riorganizzarsi, con nuovi corrieri e nuovi “depositi”, e quindi a proseguire con le importazioni rivelando quindi la loro sicura adesione ad una più vasta e ramificata organizzazione internazionale che non aveva nessuna intenzione di perdere la lucrosa “piazza di Brescia”. Un altro aspetto che evidenziava la caratura criminale dei soggetti indagati si rilevava dal continuo controllo degli autoveicoli e dalla regolarità con cui gli stessi venivano sottoposti ad accurata bonifica e nonostante in una occasione gli stessi siano riusciti a trovare il sistema di localizzazione e registrazione installato sul veicolo non hanno comunque mai interrotto la loro attività criminale poiché evidentemente non potevano venir meno ai loro doveri nei confronti dei vertici. Particolarmente esplicativa per dimostrare la complessa articolazione dei due sodalizi e il loro profilo transnazionale, i cui vertici dimorano stabilmente in Olanda ed Albania, si rivelava l’attività d’intercettazione, soprattutto quella telematica, in esito alla quale si ricostruivano le modalità con cui venivano organizzate le importazioni e la destinazione dell’ingente flusso del denaro guadagnato, infatti si accertava che gli affiliati al distaccamento “Bresciano” inoltravano gli ordini rigorosamente con telefoni BlackBerry PGP, che non sono intercettabili, e non venivano mai inoltrati direttamente ai fornitori in Olanda, ma tramite i sodali stanziati in Albania, che erano anche i collettori finali verso cui venivano fatti confluire gli ingenti guadagni. Nel corso delle indagini inoltre sono stati documentati, ricostruiti e in alcuni casi anche monitorati, oltre 100 episodi di spaccio, quasi tutti di quantitivi rilevanti, che complessivamente hanno superato i 40 chilogrammi di cocaina. Ulteriore conferma della pervicacia con cui i due sodalizi insistevano nel proseguire con le importazioni, e che i vertici dei sodalizi erano tutt’ora attivi la si ricavava nel corso delle perquisizioni eseguite contestualmente agli arresti nel corso delle quali venivano trovati e sequestrati dei telefoni dedicati particolari, marca BQ mod. Aquarius con sim card olandesi, dotati di un sistema di messaggistica criptato ancor più impenetrabile dei Blackberry PGP. Il provvedimento scaturisce dall’apposita richiesta avanzata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Brescia – Dott. Paolo Savio Sost., ad esito dell’attività investigativa convenzionalmente denominata “Metropolis” condotta dai Carabinieri di Brescia tra il marzo 2015 e l’ottobre 2016 che ha portato all’individuazione e allo smantellamento di due sodalizi criminali composti da soggetti di etnia albanese dediti all’importazione dall’Olanda e smistamento nel territorio del Nord-Italia di ingenti quantitativi di cocaina. L’indagine, svolta dai militari sotto la direzione della Procura della Repubblica di Brescia e il raccordo operativo della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga di Roma, ha avuto origine da mirati servizi volti a contrastare l’attività di smercio al dettaglio di narcotico, particolarmente diffuso in città nel corso della quale venivano tratti in arresto 4 spacciatori operanti nel quartiere cittadino di “Brescia 2”, gli inquirenti appuravano che questi fossero tutti alle dipendenze della medesima persona: un trentaduenne albanese pregiudicato per reati in materia di stupefacenti (STOICA Taulant detto “LUCA”) e sulla scorta di questi accertamenti il Nucleo Operativo dei Carabinieri di Brescia, depositava la nota informativa che veniva iscritta al Proc. Penale nr. 19365/2015 RGNR, e, riscontrata la valenza probatoria degli stessi, il Giudice autorizzava tutta una serie di intercettazioni telefoniche delle utenze in uso agl’indagati. Dalla censura delle comunicazioni captate si riusciva subito a individuare colui che forniva lo stupefacente a STOICA Taulant e che veniva identificato in LAZE Julian il quale vantava dei contatti diretti con l’Olanda da dove gli veniva spedita la cocaina tramite dei “corrieri”, uno dei quali identificato in GJERGJI Artan. Raggiunto un sufficiente quadro probatorio in capo ai soggetti e d’intesa con il Pubblico Ministero titolare dell’indagine, i Carabinieri, il 23 luglio 2015, operavano un primo importante riscontro dell’attività svolta, con l’arresto di LAZE Julian e di un suo corriere albanese quarantenne che stava trasportando 2 kilogrammi di cocaina, il cui valore commerciale si aggira intorno ai 75/85 mila euro.Il costante monitoraggio dei soggetti, nel frattempo, permetteva di individuare il primo sodalizio criminale con base nei comuni di Comezzano Cizzago e Castelcovati costituito, da BAKU Saimir, con il ruolo di capo, BAKU Endrin, quello di partecipe con il compito di distribuire lo stupefacente, e da PLAKA Sokol, con quello di corriere, nei confronti dei quali il GIP confermava la contestazione dell’ipotesi del reato associativo. Sul conto di questo sodalizio si accertava che dal mese di settembre al mese di dicembre del 2015 aveva organizzato ed effettuato 4 macro importazioni di cocaina dall’Olanda, nell’ordine di 4/5 chilogrammi per volta per un totale quindi 16/20 chilogrammi, che poi venivano ceduti e smistati ai connazionali VATNIKAJ Blerim, DROGEJA Sokol, DROGEJA Toni e STAFA Gerald, legati all’associazione da uno stabile rapporto di fornitura, i quali a loro volta la smistavano in diverse province del nord Italia (Venezia, Treviso, Piacenza). Questo sodalizio veniva disarticolato il 19 dicembre 2015 quando il “corriere”, PLAKA Sokol, veniva arrestato a Castelcovati (BS) al rientro dai Paesi Bassi e trovato in possesso di 4 kilogrammi di cocaina. Lo caratura criminale degli indagati trovava ulteriore riscontro nei mesi immediatamente successivi, quando gli stessi riuscivano in breve tempo a riorganizzarsi e trovare dei nuovi canali di approvvigionamento e in tale contesto il 19 febbraio 2016, ad Ospitaletto (BS) veniva tratto in arresto DROGEJA Tony mentre rientrava dall’Olanda trasportando 1,2 kilogrammi di cocaina e poi il 23 aprile 2016, quando a Seriate (BG) veniva tratto in arresto HASA Indrit mentre trasportava 3,3 chilogrammi di cocaina, da Milano a Brescia, per conto di BAKU Saimir. Un volta eliminata la prima associazione, dalla censura delle conversazioni, si accertava che alcuni “clienti” si erano già rivolti, per reperire la cocaina, ad un altro gruppo stanziato nella zona est della Provincia di Brescia, tra i comuni di Calcinato e Ghedi, e pertanto le indagini si focalizzavano su questo secondo gruppo formato da BALLA Viktor e MILAQI Artur, nei ruoli di promotori e organizzatori dell’associazione, HUSHI Ervis, nel ruolo di partecipe con la responsabilità della distribuzione dello stupefacente, e HUSHI Bledar, con il ruolo di partecipe a cui era stato affidato l’incarico di fornire ai membri dell’associazione autovetture opportunamente modificate per occultare le sostanze stupefacenti, ed anche in questo caso il GIP convalidava l’ipotesi investigativa contestando a tutti il reato associativo p.p. dall’art. 74 del DPR 309/190. Questo gruppo, come accertato nel corso delle indagini, si avvaleva della salda collaborazione di altri appartenenti stabilmente dimoranti in Olanda e Albania, con i quali organizzavano numerose importazioni, nell’ordine di diversi chilogrammi per volta e in particolare sono state documentate 2 importazioni per un totale di 11,0 chilogrammi di cocaina, che poi venivano distribuiti in gran parte del territorio nazionale. In tale contesto si inquadrano l’arresto di HAXHALLARI Sfodelian, operato il 17 giugno 2016, ritenuto uno dei custodi al servizio del sodalizio e trovato in possesso, nella propria abitazione impiegata come “deposito”, di 1,2 kg. di cocaina, e quello effettuato in data 6 settembre 2016, dalla Polizia Stradale di Modena, che su indicazioni degli stessi CC del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Brescia, procedeva all’arresto di DIBRA Everest poiché trovato in possesso di 0,5 kg. di cocaina, che aveva ritirato poco prima a Montichiari da Hushi Ervis. Le attività di intercettazione telefonica, nel complesso, si sono rivelate particolarmente complesse, oltre all’uso della lingua albanese, anche a causa del frequente ricorso degli indagati a terminologie allegoriche e allusive al fine di dissimulare l’oggetto delle conversazioni o, ancora, per l’uso, da parte dei soggetti di maggior rilievo, di apparati telefonici “dedicati” all’attività illecita e dotati di sistemi operativi capaci di eludere ogni tipo di intercettazione.Per il trasporto della cocaina i due sodalizi usavano veicoli, intestati a soggetti fittizi, che venivano inviati in Albania, dove gli stessi potevano contare sulla collaborazione di meccanici e carrozzieri professionisti che al prezzo di 1.500/2.000 € per autovettura, apportavano le necessarie modifiche strutturali per ricavare degli scomparti fondamentali per ad occultare lo stupefacente.

Nel corso delle indagini emergevano alcuni aspetti curiosi: ad esempio dalla ricostruzione dell’episodio del 19 febbraio 2016, riferibile all’importazione di 1,2 chilogrammi di cocaina da parte di DROGEJA Toni che nell’occasione veniva anche tratto in arresto, si verificava che lo stesso avrebbe dovuto ritirare 4 chilogrammi di cocaina, ma poiché si era presentato all’appuntamento con il fornitore in Olanda sotto l’effetto di stupefacenti (durante il viaggio aveva più volte sniffato della cocaina) e questi se ne accorgeva e si rifiutava di affidargli la parte in conto vendita e gli consegnava solo la quota già pagata, ovvero 1,.2 Kg. in relazione all’arresto di DIBRA Everest effettuato il 06 settembre 2016, si osservava che questi nel tentativo di eludere i controlli e apparire meno sospetto si portava al seguito fidanza e suocera. Un altro aspetto particolare invece riguarda i precedenti di polizia di SINJARI Rodeo, difatti il medesimo è già noto alle cronache nazionali per essere stato coinvolto, in data 18/08/2015, assieme ad altri connazionali nella rissa con il noto presentatore TV BRUMOTTI Claudio, il quale sulla vicenda ha già fatto diversi servizi TV.

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