10 febbraio: il Giorno del Ricordo (1)

ll Giorno del ricordo è una commemorazione civile nazionale italiana, celebrata il 10 febbraio di ogni anno, che ricorda i massacri delle foibe e l’esodo giuliano dalmata. Istituita con la legge 30 marzo 2004 n. 92, vuole “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.

Nel 2004 il Parlamento italiano ha istituito per il 10 febbraio il Giorno del ricordo, un momento di riflessione per commemorare le migliaia di italiani morte in quella che la storia chiama “le foibe”. Vediamo di cosa si tratta.

Si chiamano foibe le cavità naturali, profonde anche centinaia di metri, che esistono nella regione del Carso, a cavallo tra il Friuli-Venezia Giulia e le odierne Slovenia e Croazia. Lì, furono compiuti massacri contro la popolazione italiana a opera dei partigiani (sostenitori) comunisti iugoslavi del maresciallo Tito, il rivoluzionario filo sovietico che, con la fine della seconda guerra mondiale, sarebbe diventato dittatore della Iugoslavia fino al 1980

Secondo quei partigiani, tutti gli italiani erano fascisti o contrari al regime comunista perciò, senza andare per il sottile, tutti gli italiani non comunisti che vivevano in Istria e in Dalmazia (due zone del Friuli Venezia Giulia) furono trattati come “nemici del popolo”, torturati e poi gettati nelle fosse naturali chiamate foibe con una procedura terrificante.

Non si sa con esattezza quanti italiani furono uccisi in modo così barbaro ma, secondo alcuni storici, forse anche 10mila persone se non di più.

La ragione di queste violenze va cercata nel fatto che i partigiani iugoslavi di Tito vollero vendicarsi contro i fascisti (e contro gli italiani in genere).  Come se non bastasse nel 1945, quando alla fine della Seconda Guerra mondiale Tito prese il potere in Iugoslavia le violenze contro gli italiani aumentarono. Il 1° maggio 1945 l’esercito iugoslavo occupò la città di Trieste per riprendersi i territori che, dopo la sconfitta dell’Impero austro-ungarico alla fine della Prima Guerra mondiale, le furono sottratti.

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