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manette carabinieri

11 arresti tra cui l’ex sindaco di Malonno

11 gli arresti effettuati dalle prime luci dell’alba di questo lunedì 26 febbraioda parte dei Carabinieri del Comando Provinciale di Brescia. Tra queste 11 persone figura anche l’ex sindaco di Malonno Stefano Gelmi.
Sono tutti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di corruzione e turbativa d’asta in concorso e le misure cautelari, in carcere per l’ex sindaco, ai domiciliari per 5 degli indagati e con obbligo di dimore per altri 5, sono scattate su mandato del Gip del Tribunale per evitare che le persone coinvolte nell’inchiesta che a giugno ha trovolto il comune di Malonno potessero sottrarsi alla giustizia oppure commettere altri fatti criminosi. Le indagini, avviate dala Procura, sono durate parecchi mesi in seguito ad alcune segnalazioni su un presunto sistema di appalti irregolari emessi dal comune di Malonno tramite la centrale unica di committenza dell’Unione dei Comuni delle Alpi Orobie. Secondo le accuse alcune ditte “amiche” venivano informate con anticipo della pubblicazione del bando di gara così da ridurre al minimo i ribassi di offerta e spartirsi i guadagni. Grazie anche alle offerte presentate dalle aziende sarebbe stato ridotto il numero dei concorrenti che hanno potuto partecipare alla procedure. Tradotto: Le ditte costituivano una vera e propria “cordata” allo scopo di far vincere una determinata impresa e beneficiare dei conseguenti sub-appalti, evitando così una “scomoda” concorrenza. Tutti, a vario titolo, realizzavano un profitto a spese della collettività: gli amministratori pubblici ottenevano denaro contante o commesse per i propri familiari, gli imprenditori appalti con cospicui margini di guadagno. Le indagini  condotte dal sostituto procuratore Ambrogio Cassiani e  affidata ai carabinieri della Compagnia di Breno, avevano portato a giungo alle dimissioni del primo cittadino e al commissariamento del comune. Insieme a Gelmi nel registro degli indagati finirono altre persone destinatarie delle ordinanze di custodia cautelare scattate questo lunedì mattina dopo che gli accertamenti avrebbero confermato le irregolarità in almeno tre appalti. In un caso in particolare, sarebbe pervenuta un’offerta “anomala” e i responsabili della procedura avrebbero consentito di prelevare le buste con l’offerta economica della ditta “non allineata” così da modificare quella già presentata della ditta che avrebbe dovuto invece vincere la gara. L’importo degli appalti irregolarmente assegnati ammonterebbe a circa 1 milione di euro. (immagine di repertorio)

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