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10 maggio: inizia la settimana della consapevolezza della salute mentale

La psicoterapia è davvero fuori dalla nostra portata?

Rientra spesso nei mille tabù di cui preferiamo non parlare, la dimentichiamo in fondo alla lista delle priorità, come un mazzo di chiavi abbandonato in una tasca della borsa, ma la salute mentale è davvero qualcosa di così opzionale?

No, per niente, ce lo dice il sito della European Mental Health, che ha organizzato dal 10 al 16 maggio settimana della consapevolezza della salute mentale. Lo scopo è quello di sensibilizzare alla tematica, favorendo le piattaforme online per diffondere la conoscenza e condividere le esperienze personali. Ora più che mai – sottolinea l’organizzazione – è necessario puntare un faro su questo tema tanto delicato. “Stiamo tutti vivendo una pandemia diversa, soffrendo la perdita di una persona che amiamo, sentendo la mancanza della famiglia o degli amici, perdendo la sicurezza lavorativa. Tutto ciò ci fa sentire soli, stressati o incerti. La buona notizia è che la nostra salute mentale può sempre migliorare.

Effettivamente, l’ultimo anno ci ha messi a dura prova, nessuno escluso: anche il più in salute si è visto stravolgere la propria quotidianità. Di fronte alle difficoltà, ognuno reagisce a proprio modo: c’è chi piange, chi si arrabbia per ogni singola cosa, chi non mangia e chi si sfoga le proprie emozioni represse sui dolci. Non c’è un modo giusto o sbagliato di soffrire, la cosa sbagliata è non dare ascolto a quelle emozioni caotiche che abitano dentro di noi. Se lasciamo che si accumulino, che s’intreccino tra loro creando nodi e grovigli, il risultato sarà una sorta di gomitolo di lana confuso e intricato. Fortunatamente, non siamo obbligati a sbrogliarlo da soli: la psicoterapia può aiutare. Spesso, l’immaginario collettivo ci porta a vedere questo genere di cose co assolutamente fuori dalla nostra portata. Insomma, chi penserebbe di essere capace di mostrare la propria fragilità ad una persona totalmente sconosciuta? Ne siamo spaventati, perché crediamo che terapisti e terapiste guardino nelle nostre profondità assegnandoci voti o punteggi, attaccandoci in fronte una definizione tratta dal DSM-5. Tutto sta, però, nel trovare la persona giusta, come in tutte le cose. E forse sì, inizialmente ci agiteremo sulla sedia chiedendoci chi ce lo abbia fatto fare, forse la volta dopo constateremo un po’ demoralizzati che la nostra vita non ha subito una svolta epocale, ma poi capiremo.

La psicoterapia ci farà capire che a volte è necessario prendersi del tempo e abbandonare l’idea di voler essere sempre dei soggetti performanti. Capiremo che la salute mentale non è la ciliegina sulla torta, che se non c’è va bene lo stesso, ma è il piatto, la ceramica che ci consente di appoggiare tutto il resto.

                                      Maria Ducoli

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